Mistero Buffo in scena a Mocalieri (TO)
Il
testo più famoso di Dario Fo, uno spettacolo che lo ha consegnato alla
storia del teatro e della letteratura, in una nuova versione diretta da
Eugenio Allegri in scena alle Fonderie Limone di Mocalieri (TO) da martedì 6 a domenica 18 febbraio 2018.
Mistero Buffo è considerato il
capolavoro della produzione di Dario Fo, come recita la motivazione del
Premio Nobel attribuitogli nel 1997: «A Fo… che nella tradizione dei
giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli
umiliati». Eugenio Allegri dirige Matthias Martelli, giovane talento del
Teatro della Caduta, in questa giullarata popolare che ha costituito il
modello per il grande teatro di narrazione degli ultimi vent’anni.
L’originalità dell’operazione del grande artista sta nell’aver attinto
agli strati più profondi della tradizione popolare, rivitalizzandola e
attualizzandola mediante riferimenti alla realtà contemporanea: le sacre
rappresentazioni diventano occasioni per recuperare la cultura degli
oppressi, delle classi subalterne, le cui uniche forme di rivalsa
risiedono nel riso e nel comico. Mistero, dai Misteries medievali,
ma anche “buffo”, perché dissacrante e oltraggioso nella rilettura di
alcuni episodi della storia sacra. Il comico della Commedia dell’Arte
incontra la lingua di Jacopone da Todi, Teofilo Folengo, Ruzante,
giullari, dialetti padani, fondendosi nel celebre grammelot.
Eugenio Allegri, che proprio a Palazzo Nuovo, a Torino, negli anni
Settanta, vide lo spettacolo, nella sua versione originaria, scrive:
«Anche nel nostro Mistero Buffo, Matthias Martelli, l’attore, è
solo in scena, senza trucchi, con l’intento di coinvolgere il pubblico
nell’azione drammatica, passando in un lampo dal lazzo comico alla
poesia, fino alla tragedia umana e sociale. Lo “spazio scenico”,
lasciato vuoto come allora faceva Fo, ha consentito all’attore/giullare
di interpretare le situazioni e i personaggi più variegati, passando da
un luogo all’altro e da un tempo a un altro senza bisogno di
scenografie. Il
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Matthias Martelli |
nostro lavoro quindi affonda le sue radici in una forma
di teatro che, attraverso la lingua corporale ricostruita col suono, con
le onomatopee, con scarti improvvisi di ritmo, con la mimica e la
gestualità spiccata dell’attore, passa continuamente dalla narrazione
all’interpretazione o alla sola evocazione dei personaggi,
trasformandoli all’occorrenza dal servo al padrone, dal povero al ricco,
dal Santo al furfante, per riprodurre sentimenti, reazioni, relazioni, e
tutte quelle altre cose che fanno, infine quella rappresentazione sacra
e profane chiamata Commedia. Fondamentale è stato svincolare Mistero Buffo dal
mondo degli anni Sessanta e Settanta, per attualizzarlo e
universalizzarlo, attraverso un linguaggio e un’interpretazione nuova e
originale, nel segno della tradizione di un genere usato dai giullari
medievali per capovolgere l’ideologia trionfante del tempo dimostrandone
l’infondatezza. (Quella del nostro tempo, ma giusto per dire la mia, mi
pare si chiami Autodistruzione)».
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