giovedì 2 novembre 2023

"Urbs picta. Giotto e il sogno del Rinascimento" al cinema

Da lunedì 6 novembre 2023 arriva nelle sale cinematografiche italiane il film Urbs picta. Giotto e il sogno del Rinascimento, prodotto da Magnitudo Film in collaborazione con Nordest Boulevard e Redstring Pictures, con la voce narrante di Fabio Gemo, la colonna sonora di Tommaso Ermolli e il fotografo di scena Andrea Andreetta. Il film diretto da Francesco Invernizzi, scritto e sceneggiato da Matteo Strukul e Silvia Giorgi, intende raccontare l’arte visionaria di Giotto, pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa.

Girato con la collaborazione del Comune di Padova, i Comuni di Monselice, Cittadella e Arquà Petrarca, la Torre Massimago di Rossi Chauvenet, il set ha coinvolto anche location in provincia di Padova, come Cittadella, con la sua cinta muraria, Monselice con il Castello Cini, Arquà Petrarca con la casa del poeta.
Il documentario vuole raccontare il grande sviluppo della pittura trecentesca veneta iniziato con l’arrivo di Giotto a Padova. Nell’epoca in cui dominavano sul territorio italiano le grandi Signorie e le Repubbliche Marinare, gli artisti furono chiamati dai potenti a decorare palazzi e chiese a testimonianza della propria influenza. Giotto arrivò a Padova, intorno al 1302, su invito dai frati minori della Basilica di Sant’Antonio su indicazione dei confratelli di Assisi. La famiglia dei Carraresi, all’epoca in contrasto con la Repubblica Serenissima di Venezia, iniziò una politica della cultura. Più e meglio di altri importanti Signorie del XIV secolo, essi si mossero in un contesto cosmopolita, stringendo relazioni con le principali corti europee. Assunsero al loro servizio i principali artisti del Trecento con finalità autocelebrative e modellarono la città a loro immagine e somiglianza, originando la Urbs Picta. Padova divenne così centro del pensiero e dell’arte pittorica, richiamando oltre a quelle già nominate personalità come Petrarca, e nel Quattrocento, Leon Battista Alberti, Cosimo de’ Medici, Donatello, Paolo Uccello, Palla Strozzi, anticipando di fatto il Rinascimento.
“Era molto tempo che desideravo iscrivere il nome di Giotto tra le più rigorose produzioni documentaristiche contemporanee”, ha dichiarato il regista Francesco Invernizzi. “La struttura narrativa e il rigore delle immagini valorizzano al massimo il patrimonio pittorico contenuto in scrigni di assoluta bellezza come la Cappella degli Scrovegni, l’Oratorio di San Giorgio, la Cappella di San Giacomo al Santo, il Palazzo della Ragione. Ho voluto da un lato esaltare la visione della sua arte grazie all’utilizzo di macchine 8K e della luce naturale, dall’altro rispettare e assecondare la bellezza mozzafiato delle gigantesche superfici mirabilmente affrescate, la lucentezza di colori e smalti, la disposizione coreografica stupefacente delle figure concepite da Giotto, Altichiero da Zevio, Guariento d’Arpo, Giusto de’ Menabuoi, solo per citare alcuni degli artisti. Ne ho tratto un racconto corale, che celebra figure centrali della storia dell’arte e anche della letteratura - grazie al mecenatismo della dinastia Carrarese - quali Giotto, il pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa a dir poco mozza fiato, Francesco Petrarca genio della poesia che a Padova trovò il proprio porto sicuro, Giovanni Pisano, maestro della scultura e innovatore della statualistica classica, Pietro d’Abano filosofo, medico, astrologo e negromante in odore di eresia. Grazie alla collaborazione autorale con Matteo Strukul e Silvia Gorgi ho potuto imboccare affascinanti digressioni artistiche immergendole in raffinate ricostruzioni storiche. Le linee narrative avvincenti si fondono in una miscela visiva fuori dall’ordinario perc hè capace di garantire un coinvolgimento intimo ed emotivo nel medioevo trecentesco: un’autentica esperienza immersiva nella bellezza dell’Arte e della Storia padovana, veneta e italiana per me e, spero, per chi vorrà incontrare al cinema un Giotto come mai mostrato prima”.

lunedì 9 ottobre 2023

INU-OH, dal Giappone medievale alle sale italiane

INU-OH, il quinto lungometraggio del regista d'animazione giapponese Masaaki Yuasa, in concorso nella sezione Orizzonti alla 78° Mostra del Cinema di Venezia e candidato al Golden Globe come Migliore film d'animazione 2022, sarà distribuito nelle sale italiane dal 12 ottobre 2023 da Hikari e Double Line. L’opera ha impressionato pubblico e critica per l'eleganza delle animazioni e la forza della sua colonna sonora. Dopo il debutto nel lungometraggio del 2004 con Mind Game, in cui già sperimenta la sincronia tra immagini e musica, i lavori successivi tra cui Ride your Wave (2019) e la serie animata Devilman Crybaby, Yuasa presenta un anime musicale come non se ne sono mai visti prima: un'opera rock destinata a lasciare il segno, che fa tremare lo schermo con il suo “ringhio” meraviglioso e selvaggio.
Giappone medievale, periodo Muromachi (1336-1573). Inu-oh (interpretato da Avu-chan, cantante del popolare gruppo fashion punk Queen Bee, alla sua prima incursione nel doppiaggio) è un artista antesignano del moderno teatro noh. Nato con caratteristiche fisiche anomale, cresciuto all'aperto come un cane, ha ereditato il talento del padre per il teatro ed è in grado di usare le sue peculiari caratteristiche fisiche per danzare in modo innovativo. Tomona (a cui dà voce l’attore e ballerino Mirai Moriyama) è un monaco suonatore di biwa, vittima di una maledizione che lo ha reso orfano di padre e cieco. I due si incontrano nella capitale Kyoto e iniziano a esibirsi insieme. Con i loro spettacoli, che infrangono le regole delle arti tradizionali, diventano le pop star di una nuova era e in breve tempo le folle impazziscono per loro. Cosa sarebbe successo se l'hip-hop, la musica rock e i febbrili festival musicali all'aperto fossero esistiti nel Giappone del XIV secolo?
La storia, adattata dalla sceneggiatrice Akiko Nogi, è liberamente ispirata a The Tale of the Heike: The Inu-oh Chapters (2017) dello scrittore Hideo Furukawa, uno spin-off tratto dal suo precedente lavoro di traduzione in lingua moderna del celebre The Tale of the Heike, romanzo storico frutto di racconti trasmessi oralmente sul clan Heike. L’ambientazione ricorda quella del manga Dororo di Osamu Tezuka, ma con elementi di interessante unicità: l'interpretazione audace della figura di Inu-oh (letteralmente “Re dei cani”), enigmatico performer teatrale realmente esistito a cavallo tra il XIV e il XV secolo.
Il racconto ricco di dettagli, l’immaginario di Yuasa (il più anticonformista dei registi di anime) e il contesto storico hanno rappresentato una grande sfida estetica per l’intera squadra di animazione. Il fumettista Taiyo Matsumoto si è occupato del progetto grafico dei personaggi oltre che della copertina del libro originale. Il compositore Yoshihide Otomo è autore della sorprendente colonna sonora, libera e versatile, che trascende i generi classici e può passare rapidamente dal rock 'n' roll moderno alla musica orchestrale. A lui si deve anche l’idea che il modo migliore per lavorare su questo film sarebbe stato anteporre la musica alle animazioni.