Il Medioevo nel cinema, nel teatro, nella televisione, nella radio e nell'home video. Notizie, segnalazioni, produzioni, protagonisti, cartelloni, per conoscere e scoprire un Medioevo tutto da vedere e sentire, comodamente seduti in platea. A cura dell'Associazione Culturale Italia Medievale.
La ‘Compagnia Giovani’ ATR Sofia Amendolea, sotto la guida del
Regista Paolo Alessandri e interamente composta da attori under 30,
porta in scena al Teatro Cometa Off di Roma dal 31 gennaio al 4 febbraio‘Riccardo (Lunga Vita al Re)‘ con un cast
pluripremiato che ha ricevuto, tra il maggio 2016 ed il giugno 2017,
ben quattordici premi internazionali, ottenuti per l’ultima produzione ‘The Farm’,
diretta dallo stesso Alessandri, andata in scena in nove Festival
Internazionali di 8 differenti nazioni: Polonia, Francia, Macedonia,
Serbia, Repubblica Ceca, Marocco ed Egitto.‘Riccardo’ è un uomo solo. Un combattente di nobili origini, un
Principe d’Inghilterra, che però ha avuto in sorte un Fato crudele:
quello di essere un Mostro nel vero senso del termine.
Nella oscura e superstiziosa Inghilterra medievale, Riccardo di
Gloucester, nobile rampollo della casata degli York, viene al mondo
prematuro. Nel panorama culturale del medioevo cristiano la deformità
viene vista come un marchio del Demonio ed il giovane Riccardo cresce
infatti nell’emarginazione, sentendo su di sé gli effetti di questa
demonizzazione. Fino a quando non sceglierà di ‘sposarla’: divenendo
finalmente, a tutti gli effetti, quel Mostro che tutti credono egli sia.
Il focus registico dell’adattamento prende piede da una
semplice intuizione: William Shakespeare, durante la sua prolifica vita,
non sì è mai autodefinito come ‘Autore Classico’; al contrario egli ha
sempre vocato le sue Opere, anche quando le ambientava in epoche
pre-Elisabettiane, nel descrivere vizi e virtù dell’umanità a lui
contemporanea.
Racconta il Regista Paolo Alessandri:
"Una volta rimossa la polvere del cosiddetto 'Stile Classico' (uno
stile che Shakespeare, grande innovatore, probabilmente oggi non avrebbe
condiviso), "Riccardo III" si rivela essere un'opera al contempo Epica
ed Umana, Avventurosa e Psicologica, addiritura Psicoanalitica, se
consideriamo i due magistrali monologhi di Riccardo che aprono e
chiudono la tragedia. La regia dell'adattamento non modernizza il testo
shakespeariano, bensì la recitazione degli Interpreti che lo portano in
scena. La Parola è la vera regina dello spettacolo. Una parola a volte
poetica, a volte violenta e sprezzante, ma sempre Asciutta e Vera. Ogni
tentazione di adottare orpelli e vezzi recitativi viene eliminata dal
palcoscenico."
Un palcoscenico sul quale, grazie anche alle
attente azioni coreografiche, alle canzoni cantate dal vivo dai giovani e
bravissimi interpreti, alla scenografia essenziale e minimale, alla
purezza monocroma dei costumi, alle luci nette e contrastate, viene a
costruirsi nel corso dello spettacolo una nuda e poetica 'macchina
infernale', che vedrà Riccardo - carnefice per eccellenza - divenire
vittima della propria stessa crudeltà.
Bulgaria, Occitania, Italia
centro-settentrionale, Bosnia, Istanbul: ecco le cinque tappe di Bogre,
il film documentario che racconta la storia di Catari e Bogomili, un
viaggio delle idee da un capo all'altro dell'Europa medievale.
Archiviata la prima tappa in Bulgaria, la troupe di Bogre ha
lanciato una campagna di crowdfunding per proseguire la sua ricerca:
iniziata il 5 dicembre 2017, terminerà il 12 febbraio 2018.
Il regista Fredo Valla e Ines Cavalcanti dell’associazione Chambra D’Oc - che si occupa della produzione esecutiva – hanno ricevuto
attenzione e interesse da appassionati ed esperti di cultura occitana e
di storia del cristianesimo medievale, entrando in contatto con una
miriade di persone e realtà associative che hanno deciso di sostenere il
film documentario sulla piattaforma online produzionidalbasso.com.
L’iniziativa promossa in Italia e nel Sud della Francia ha destato
quindi l'interesse e il sostegno di tanti donatori, ma tra i risultati
meno attesi e più graditi vanno considerate le tante offerte di
collaborazione e partecipazione ricevute al di qua e al di là delle Alpi
da quando è partita la campagna.
Con una somma raccolta di quasi 10000 euro , Bogre oggi tira le
somme e guarda davanti a sé l'obiettivo che si avvicina, la seconda
tappa, il viaggio per filmare l'Occitania catara.
“Se all'inizio della campagna sentivamo la necessità di raccontare e
condividere la storia dei catari e dei bogomili, una storia maltrattata
per secoli, oggi questa necessità è diventata anche una responsabilità,
una grande responsabilità nei confronti di ogni donatore che fino ad
oggi ha contribuito al nostro progetto. Per questa ragione abbiamo
bisogno del sostegno di chi crede – come noi – che la memoria vada
coltivata con passione, sempre, e in particolar modo quando la storia è
stata scritta dai vincitori”, conclude il regista Fredo Valla. Bogre è
una storia di idee, di religioni, di viaggi, di persone e di poteri. Una
storia che verrà narrata attraverso la telecamera e il linguaggio
d’oggi e che si propone di mettere in luce l’attualità per cui merita di
essere raccontata.
È ancora possibile sostenere la loro campagna di crowdfunding su
Produzioni dal Basso cliccando qui !
L’ambientazione storica di “Indictus. La Terra è di Nessuno”, la
prima web serie italiana diretta da Francesco Dinolfo, scritta da
Marianna Lo Pizzo, è rivelata dalle prime scene. La storia dei borghi
delle Madonie come non è mai stata raccontata prima è una co-produzione
IdaA e Reverse Agency, realizzata con il sostegno di Sicilia Film Commission nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei” – primo bando
pubblicato in Italia da una amministrazione pubblica dedicato alla
produzione di web serie per under35. Un’opera prima che narra del
Medioevo arabo normanno nelle terre dell’altopiano delle Madonie, girata
in 11 comuni dell’entroterra, di cui tre Borghi più Belli d’Italia,
Sperlinga, Gangi, Geraci Siculo, insieme a Petralia Sottana, Marsala,
Caltavuturo, Caccamo, Pollina, la Camera delle Meraviglie di Palermo e
due installazioni site specific della Fiumara d’Arte. Indictus è stato
apprezzato per la sua “originale rilettura di luoghi, gesta e
personaggi, a metà tra storia e leggenda, in una Sicilia magica e
misteriosa, contesa tra Arabi e Normanni” ottenendo il cofinanziamento
di Sicilia Film Commission nell’ambito del programma “Sensi
Contemporanei”.
Dal 18 gennaio 2018 sul canale YouTube Indictus sarà possibile vedere
Indictus, la web serie in 7 episodi, della durata complessiva di 74
minuti, recitata in italiano da un cast prevalentemente siciliano,
sottotitolata in inglese e arabo, e interattiva in quanto l’utente
durante ogni puntata avrà la possibilità di scoprire, in qualsiasi
momento dello streaming, una pillola di “ciò che non è stato detto”,
digressioni narrative chiamate appunto indictus. In Indictus la
tecnologia e il linguaggio innovativo utilizzato, il talento di creativi
e attori under30, la sinergia di maestranze artigiane siciliane e il
contributo sperimentale di artisti visuali, sono al servizio della
narrazione di una storia poco nota ai più, con lo scopo di trasmettere
un messaggio di integrazione sociale e coesistenza, importante per il
momento storico e sociale che stiamo vivendo. Nell’anno in cui Palermo è
Capitale Italiana della Cultura 2018 e in cui lo sguardo internazionale
si focalizza proprio sulle terre siciliane, Indictus è l’opportunità
di presentare una nuova immagine della Sicilia all’estero, un racconto
epico leggendario che affonda le radici nella Storia meno nota e che si
allontana nettamente dall’idea di una terra dilaniata dalla mafia, per
restituire all’Isola il suo passato ricco di storia e di cultura.
Indictus è ispirato a fatti storici, con personaggi realmente esistiti
ma riletti in chiave moderna. L’incontro tra culture, lingue, società,
l’Oriente e l’Occidente, Arabi e Normanni, la religione utilizzata come
propaganda per giustificare la conquista, già nel Medioevo hanno messo
le fondamenta di quella che è oggi l’eredità delle popolazioni del
Mediterraneo, un meticciato in cui il sangue dei vinti e dei vincitori è
unito nella genetica e nelle tradizioni delle popolazioni odierne.
Tra duelli,
combattimenti, spade e cavalli, castelli medievali, panoramiche
mozzafiato di mari e montagne selvagge, sono raccontati i tradimenti e
gli inganni alla corte di Ruggero d’Altavilla, la vicenda personale di
Serlon, archetipo dell’uomo moderno, protagonista amletico alla ricerca
della propria libertà e ponte tra le culture, la brama di conquista del
popolo normanno e di prevaricazione del mondo arabo. Indictus è un
appassionato ritratto dei caratteri, una volta separati e in contrasto,
che oggi compongono l’ibridazione e la contaminazione dei popoli
mediterranei.
Attorno agli anni Mille, la Sicilia era già terra di convivenza tra
popoli, sincretismo di lingue e religioni. Arabi, Normanni, Longobardi e
Bizantini rappresentavano la popolazione di quella terra, uno dei primi
esempi di coesistenza tra popoli e di integrazione culturale e sociale.
Gli Arabi, presenti in tutta la Sicilia dal 827 perché considerata
posizione strategica per il controllo sul Mediterraneo contro l’Impero
Bizantino, per 250 anni islamizzarono l’isola, fino all’arrivo dei
Normanni, guidati da Ruggero d’Altavilla e dal fratello Roberto il
Guiscardo, su committenza del Papa: una popolazione dal nord Europa,
prima Vichinghi poi abitanti della Normandia, che unificò la Sicilia
rendendola indipendente. Indictus è la rielaborazione di fatti scolpiti
nella Storia. Parte dai personaggi e dalle vicende storiche attorno al
Gran Conte Ruggero d’Altavilla, narrate dal monaco benedettino Goffredo
Malaterra nelle cronache “De rebus gestis Rogerii Calabriae et Siciliae
comitis et Roberti Guiscardi ducis fratris eius” (1098 circa) e
descritte dal geografo arabo Al-Idrisi nel “Libro di re Ruggero” (1138
circa), per arrivare a intrighi e intrecci in una reinterpretazione
moderna.
Nella Battaglia di Cerami del 1063, 36 soldati normanni, guidati da
Serlon d’Altavilla (Roberto Luigi Mauri) e dall’amico fraterno Arisgot
(Dario Raimondi), con l’aiuto di San Giorgio, sconfissero 3.000 arabi in
una sola notte. Una leggenda i cui numeri mutano nelle versioni e
assumono caratteri iperbolici nel tempo. La missione del Gran Conte
Ruggero I d’Altavilla (Santi Cicardo) di allontanare dalla Sicilia gli
Arabi infedeli inizia a prendere forma, con la creazione della Contea di
Jerax, di cui Serlon diventa vassallo. Alla corte di Ruggero, la moglie
Adelasia (Valeria La Bua) è preoccupata per la malattia del figlio
Simone, sotto le cure del cerusico Engelmaro (Massimo Graffeo) e
l’occhio attento del servo arabo convertito Abdel Nasser (Giuseppe
Cimarosa). Aldruda (Roberta Azzarone), giovane moglie di Serlon, viene
trascurata dal marito, soprattutto dopo l’arrivo di Ibrahim (Manfredi
Russo), Emiro di Castrogiovanni, simbolo di intaccabile fede islamica e
di vasta conoscenza ignota ai Normanni. Ogni personaggio nasconde il
proprio personale obiettivo, tra trame, segreti celati e molti non
detti, si dipana un intreccio di conflitti interni, sensi di colpa,
vendette, complotti e tradimenti. L’amore fraterno e la cieca osservanza
della religione cristiana entra in crisi, il desiderio di riscatto
sociale prende il sopravvento a discapito del valore della vita, la fama
di potere e di gloria rende coraggioso il pavido, la brama di dominio
fa dimenticare che l’uomo non possiede la terra, ma che la vive per la
durata di una vita e ha il dovere di migliorarla e non di sfruttarla. Il
gioco di ruoli in cui la Storia si riflette nella Finzione rendendola
Realtà, il Non detto diventa l’unica Verità possibile, il Vinto si
innalza sul Vincitore, il Pio perde la fede a favore dell’Empio, l’Amico
si rivela nel suo opposto, Nemico, è il terreno fertile di cui si
alimenta Indictus.
Durante i 7 episodi, visibili gratuitamente su YouTube, a un certo punto
compare in alto a destra l’icona “scopri ciò che non è stato detto”:
gli indictus sono piccoli video collaterali, della durata che varia dai
30 secondi ai 2 minuti, contrassegnati dalla “i” che si inseriscono
all’interno dell’episodio. L’utente cliccando, quando lo ritiene
opportuno e in qualsiasi momento della puntata, sulla “i” avrà la
possibilità di approfondire un aspetto fulcro della storia,
caratterizzata da numerose trame sottese e inserti strategici. È
consigliabile, a livello narrativo, accedere agli indictus quando
compare la scritta “scopri ciò che non è stato detto”. Digressioni utili
alla comprensione della vicenda, carichi di simbolismi e azioni: chi
non vede gli indictus non vedrà la storia allo stesso modo, perché ciò
che la Storia non racconta è raccontato da ciò che non viene detto.
Francesco Dinolfo, siciliano classe ’90, è regista e ideatore di
Indictus, un progetto nato nel 2015 insieme a Emanuele Mocciaro e
sceneggiato da Marianna Lo Pizzo. Una crew creativa, composta da
artigiani, stilisti e artisti, genuinamente siciliana, nonostante le
esperienze professionali fuori regione di molti dei talenti che hanno
collaborato alla web serie, a iniziare dallo stesso Dinolfo, diplomato
allo IedED di Torino e con alle spalle numerosi spot, video emotional e
cortometraggi in tutta Italia. Un talento che ha deciso di tornare nella
sua Terra di origine e lavorare con perseveranza per contribuire alla
diffusione della fama e della cultura della sua regione. Gli attori sono
preparati da Santi Cicardo, da anni nell’ambiente teatrale siciliano,
nonché interprete di Ruggero. Le scene sono curate da Giuseppe
Inguaggiato e Gaetano Salvo, con il contributo di Emanuele India,
creatore del Mandala del 6° episodio. La rivisitazione moderna dei
costumi, la scelta dei tessuti e delle fogge sono a cura di Francesco
Mocchia di Coggiola e Ilaria Turchesi, con l’utilizzo dei gioielli
creati da Valentina Sciumè. Gli effetti speciali sono accuratamente
realizzati da Francesca Malvaso, le coreografie dei combattimenti è
affidata a Turi Scandura, esperto di arti medievali, e Giuseppe Cimarosa
che, oltre a interpretare Abdel Nasser, ha contribuito a coordinare
l’intervento dei cavalli in numerosi episodi, in qualità di maestro
d’equitazione del Teatro Equestre Cimarosa, noto a livello nazionale. La
colonna sonora è composta dal gruppo torinese NOIR e l’arrangiamento è a
cura di Daniele Mattiuzzi e Pietro Barale. La sigla è realizzata da
Dinolfo con una riproduzione in 3D di mosaici, intarsi e muquarnas della
Cappella Palatina di Palermo, simbolo di cooperazione tra Arabi,
Normanni e Bizantini.
“Indictus | La Terra è di Nessuno” è stato cofinanziato dalla Sicilia
Film Commission che prima, tra le amministrazioni pubbliche italiane, ha
pubblicato un bando per giovani videomaker in tema di serialità per il
web nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei – Lo sviluppo
dell’industria audiovisiva nel Mezzogiorno”.
“Indictus | La Terra è di Nessuno” è il primo prodotto audiovisivo,
creato ad hoc per YouTube, in cui si racconta la storia della Sicilia
medievale e dei suoi dominatori, in luoghi poco conosciuti dalla
bellezza antica, borghi riconosciuti tra i più Belli d’Italia, che
conservano ancora segni di antiche leggende. In ogni luogo è stato
raccontato un tratto della vicenda, talvolta non coincidendo esattamente
con i luoghi realmente protagonisti delle vicende narrate da Malaterra.
Gli episodi ambientati a Jerax, l’attuale Geraci Siculo, sono stati
girati a Caccamo, dove il castello è ancora in ottime condizioni. Oggi a
Geraci Siculo è possibile comunque ritrovare elementi architettonici e
narrativi che si ricollegano alla storia raccontata in Indictus: la via
dedicata a Serlon d’Altavilla, i vini dedicati ad Aldruda, la Torre di
Engelmaro ancora perfettamente integra. Due le opere di land art della
Fiumara d’Arte di Antonio Presti si trovano sui monti Nebrodi,
l’incredibile Labirinto di Arianna di Ilario Manfredini e la maestosa
piramide in acciaio corten 38° Parallelo di Mauro Staccioli, presenti
rispettivamente nel 4° e 6° episodio.
La parabola di re Arduino, una delle figure più popolari e leggendarie
apparse sul proscenio della storia tra il decimo e l'undicesimo secolo.
Con lui, durante il medioevo, la zona del Canavese conosce il suo
momento storico più significativo.
Un personaggio che il professor Alessandro Barbero analizza con Paolo Mieli a 'Passato e Presente', il programma di Rai Cultura in onda lunedì 22 gennaio 2018 alle ore 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Dopo aver sconfitto e ucciso Pietro, vescovo di Vercelli, ed essere per questo stato scomunicato e dichiarato decaduto, nel 1002 Arduino riesce a farsi incoronare Re d'Italia sfruttando il malcontento dei grandi feudatari contro lo strapotere dei vescovi.
Arduino è un re rivoluzionario per i suoi tempi, e prova senza successo a lottare contro l'imperatore di Germania
Enrico II. Nel 1014, abbandonato da tutti, è costretto a deporre le
insegne regali, e si ritira nel monastero di Fruttuaria, vicino a Torino, dove muore.
I tesori del Duomo di Monza verranno svelati al pubblico della Tv. Mercoledì 17 gennaio 2018 alle 21.20 su Rai1, nel nuovo programma dal titolo "Meraviglie - La penisola dei tesori", Alberto Angela presenterà al suo grande pubblico la Corona ferrea e il tesoro del Duomo con
i suoi simboli legati alla regina Teodolinda. Particolare da
sottolineare è proprio l’incursione della Corona in un programma
dedicato, in quattro puntate, esclusivamente a 12 dei 53 siti Unesco
italiani, tre per puntata: uno al nord, uno al centro e uno al sud.
Alberto Angela ha voluto aggiungere alcuni tesori imperdibili, anche
se privi della certificazione di patrimonio dell’umanità, come la Corona
ferrea. "La scelta di raccontare un oggetto anziché un luogo come per
tutti gli altri temi della trasmissione - ha voluto raccontare il
conduttore - è un omaggio e un servizio alla cultura che con la Rai
abbiamo voluto fare alla Corona ferrea: l’opera d’arte simbolo inequivocabile della cristianità e sinonimo di potere sin dal Medioevo, che ha diviso e soprattutto unito popoli. È, ancora una volta, il riconoscimento popolare della Corona ferrea a patrimonio dell’umanità".
Custodita nella Cappella di Teodolinda, caratterizzata dal colossale
ciclo pittorico dei fratelli Zavattari, recentemente restaurato, la
Corona ferrea fu realizzata fra il IV e V secolo utilizzando oro, gemme e
smalti. Secondo la pia tradizione il chiodo interno al diadema proviene dalla croce di Cristo.
La corona fu donata alla regina dei longobardi da papa Gregorio Magno e
fu usata per incoronare re e imperatori come Barbarossa e Napoleone.
La versione teatrale di uno dei più importanti romanzi del Novecento, vale a dire Il nome della rosa
di Umberto Eco, è portata in scena al Teatro Stabile di Bolzano da giovedì 11 a domenica 14 gennaio 2018 per la prima volta in Italia
nell’adattamento di Stefano Massini per la regia di Leo Muscato. Il nome della rosa
segnò l’esordio letterario di Eco nel 1980, fondendo mirabilmente in un
unico romanzo gothic novel, cronaca medioevale, poliziesco, allegoria e
giallo. Tradotto in 47 lingue, ha vinto il Premio Strega nel 1981,
mentre la sua versione cinematografi ca è stata diretta da Jean-Jacques
Annaud e interpretata, tra gli altri, da Sean Connery. Anno di grazia
1327, siamo in un monastero benedettino dell’Italia
settentrionale.Guglielmo da Baskerville, monaco inglese ed ex
inquisitore seguace del fi losofo Ruggero Bacone, ha l’incarico di
mediare un incontro tra francescani, protetti dall’imperatore Ludovico
il Bavaro, e gli emissari del papa di Avignone, Giovanni XXII. Il monaco
inglese e un suo allievo giungono all’abbazia, dove, durante la loro
permanenza, vengono uccisi sette monaci: tutti i delitti sembrano
ruotare attorno alla biblioteca del monastero che nasconderebbe un
misterioso segreto. Guglielmo da Baskerville, con l’aiuto del suo
allievo, scoprirà il responsabile e il movente degli assassinii. Un
omaggio al grande intellettuale, da poco scomparso, amante del teatro,
in un vero e proprio colossal intriso di mistero e suspense.
A chiusura della rassegna “L'albero delle storie a Natale”, domenica 7
gennaio 2018, alle ore 18.00, al Teatro Comunale “Nicola Resta” di
Massafra (Piazza Garibaldi), la compagnia Burattini al Chiaro di Luna
porterà in scena "Pulcinella e la vera storia della Befana", spettacolo
di burattini di e con Massimiliano Massari. Costumi di Simona
Traversa.
"L’epifania - si legge nella scheda artistica dello spettacolo -
ha origini lontanissime nel tempo, discendenti da tradizioni magiche
pre-cristiane che poi si fondono con elementi folcloristici e cristiani.
La trama dello spettacolo, tuttavia, prende spunto da un periodo ben
preciso, ovvero l’alto medioevo, quando le civiltà contadine, nonostante
il cristianesimo in Europa fosse già fortemente radicato, credevano
ancora in Diana, la dea romana della luna e della fertilità, oltre che
della caccia. Nelle dodici notti comprese tra il Natale e il 6 Gennaio,
periodo di semina e perciò anche di aspettative e speranze per il futuro
raccolto, i contadini credevano di vedere volare Diana con altre figure
femminili, per rendere, appunto, fertili le campagne. All’inizio Diana e
le donne al suo seguito, non avevano nulla di maligno, ma la Chiesa
cristiana le condannò in quanto pagane, dichiarandole figlie di Satana.
Diana, da buona dea della fecondità, diviene una divinità infernale,
assumendo le sembianze di una vera strega. È a questo punto che si
innesta la storia fantastica di Pulcinella, che colpito da una sciagura,
è costretto a raggiungere Diana nel regno dei morti, con tanto di bara,
fiori, ceri, e funerale e non prima di avere evocato il diavolo
Satanasso. Ma grazie anche all’aiuto di San Nicola, Pulcinella riuscirà a
far conciliare Diana con la Chiesa, facendola diventare la famosa
vecchietta che noi tutti conosciamo, ovvero la Befana".
Info e
prenotazioni: www.teatrodelleforche.com; 0998801932/3497291060. Posto
unico 5 euro. Si consiglia di prenotare dato il numero limitato di
posti.
Medicus è il film proposto da Rai 3 per la sua prima serata di sabato 6 gennaio 2018. Andrà in onda dalle 20.30 ed è un drama tedesco di cinque anni fa diretto da Phillip Stolzl. La narrazione si basa inoltre sul romanzo dal titolo ThePhysician
scritto da Noah Gordon ed è distribuito dalla Universal Pictures. Le
musiche invece sono a cura del compositore Ingo Ludwig Frenzel. Prima di
assistere alla sua visione, scopriamo qualche particolare su trama e
cast e altre curiosità.
La trama di Medicus segue le vicende di Robert Cole, un uomo
dotato dell’abilità di predire il futuro che vive nell’Inghilterra
dell’XI secolo. Le sue prime esperienze con quella che viene considerata
stregoneria avvengono quando Robert ha appena sei anni e realizza che
la madre morirà per via di un’appendicite. Dopo essere rimasto orfano,
decide di seguire un cerusico di nome Barber che lo avvierà alla
conoscenza della medicina medievale. Durante il suo apprendistato, il
mentore viene tuttavia colpito da una cataratta, che spinge il giovane a
chiedere l’intervento di un medico tradizionale. Questo incontro
cambierà del tutto la vita di Rob, che sceglierà di diventare medico a
tutti i costi.
Il cast di Medicus assegna il ruolo di protagonista a Tom
Payne, che vediamo nei panni di Rob Cole e Jesse Ben Benjamin. Al suo
fianco attori del calibro di Stellan Skarsgard (Barber), Olivier
Martinez (Scià Ala ad-Daula), Emma Rigby (Rebecca), Elyas M’Barek
(Karim), Makram Khaoury (Imam), Ben Kingsley (Ibn Sina= e Stanley
Ownsend (Bar Kappara).
Martedì 2 gennaio 2018 va in onda su Rai 3 il film storico del 2006 Tristano & Isotta,
ore 21.15. Diretto da Kevin Reynolds (Montecristo, Risorto, Robin
Hood), il film vede la partecipazioni di attori di acclarata bravura,
come James Franco (candidatura Oscar miglior attore per 127 ore) e
Sophia Myles (Transformers, L'ultimo vichingo). Le musiche sono composte
dalla seconda donna che ha vinto un premio Oscar per la miglior colonna
sonora, Anne Dudley, nel 1998 con il film Full Monty. Invece la
fotografia è affidata ad Artur Reinhart. Tante sono state nel
corso degli anni le versioni del mito medievale, ne sono stati tratti
fumetti, romanzi, e nondimeno film. Questa versione di Kevin Reynolds
non ha ricevuto alcun premio, sebbene potesse poggiare su un ventaglio
di attori di livello. Il film tuttavia non presenta nemmeno errori
storici, anzi, l'ambientazione è resa in maniera verosimile e
appropriata.
Tristano & Isotta si rifà all'omonimo
mito medievale: i due amanti clandestini segnati dall'avverso destino.
Ambientato nell'Inghilterra dell'alto medievo, il film propone una
versione semplificata del mito, senza accogliere tutte le peripezie dei
viaggi compiuti dai due originali amanti, le avventure in Paesi
stranieri. Tristano è un giovane orfano, preso in cura dal futuro re di
Cornovaglia Lord Mark e allevato come fosse figlio suo. Durante un
combattimento, Tristano - ormai divenuto un giovane e forte guerriero -
viene creduto morto, e onorato con i riti funebri della sua gente:
lasciando il suo corpo su una barca che scorre lontano dalle coste della
Cornovaglia. Viene ritrovato per caso da Isotta, figlia del severo re
Donnchadh, che lo salva e lo rimette in forze. Ma la giovane donna non
sa che ha appena salvato l'assassino del suo promesso sposo Morholt. Tra
i due giovani nasce un amore intenso e passionale, ma quando si scopre
l'identità di Tristano, questi è costretto a partire e separarsi da lei
per salvarsi la vita. Il re d'Irlanda indice un torneo: chi riuscirà a
vincerlo potrà far sposare sua figlia con un lord. Tristano, all'oscuro
della reale identità di Isotta, vi partecipa e vince, così, il suo
benefettore, Lord Mark, sposerà Isotta. Quest'uomo, interpretato in
maniera calzante da Rufus Sewell, in questa versione cinematografica
diventa un buono e devoto marito tradito dalla moglie, che cerca invano
di conquistarne il cuore. Al contempo Tristano è un eroe forte e
valoroso che combatte a fianco del suo re fino ad esalare l'ultimo
respiro. Il destino dei due amanti impossibilitati a vivere il loro
sublime amore è compiuto, e anche Isotta potrà lasciarsi andare alla
morte. A fare da sfondo in tutto il film i bellissimi paesaggi
impreziositi dalla fotografia di Artur Reinhart: paesaggi nordici
mozzafiato, luoghi impervi e lontani.