La ‘Compagnia Giovani’ ATR Sofia Amendolea, sotto la guida del
Regista Paolo Alessandri e interamente composta da attori under 30,
porta in scena al Teatro Cometa Off di Roma dal 31 gennaio al 4 febbraio ‘Riccardo (Lunga Vita al Re)‘ con un cast
pluripremiato che ha ricevuto, tra il maggio 2016 ed il giugno 2017,
ben quattordici premi internazionali, ottenuti per l’ultima produzione ‘The Farm’,
diretta dallo stesso Alessandri, andata in scena in nove Festival
Internazionali di 8 differenti nazioni: Polonia, Francia, Macedonia,
Serbia, Repubblica Ceca, Marocco ed Egitto.
‘Riccardo’ è un uomo solo. Un combattente di nobili origini, un
Principe d’Inghilterra, che però ha avuto in sorte un Fato crudele:
quello di essere un Mostro nel vero senso del termine.
Nella oscura e superstiziosa Inghilterra medievale, Riccardo di
Gloucester, nobile rampollo della casata degli York, viene al mondo
prematuro. Nel panorama culturale del medioevo cristiano la deformità
viene vista come un marchio del Demonio ed il giovane Riccardo cresce
infatti nell’emarginazione, sentendo su di sé gli effetti di questa
demonizzazione. Fino a quando non sceglierà di ‘sposarla’: divenendo
finalmente, a tutti gli effetti, quel Mostro che tutti credono egli sia.
Il focus registico dell’adattamento prende piede da una
semplice intuizione: William Shakespeare, durante la sua prolifica vita,
non sì è mai autodefinito come ‘Autore Classico’; al contrario egli ha
sempre vocato le sue Opere, anche quando le ambientava in epoche
pre-Elisabettiane, nel descrivere vizi e virtù dell’umanità a lui
contemporanea.
Racconta il Regista Paolo Alessandri:
"Una volta rimossa la polvere del cosiddetto 'Stile Classico' (uno
stile che Shakespeare, grande innovatore, probabilmente oggi non avrebbe
condiviso), "Riccardo III" si rivela essere un'opera al contempo Epica
ed Umana, Avventurosa e Psicologica, addiritura Psicoanalitica, se
consideriamo i due magistrali monologhi di Riccardo che aprono e
chiudono la tragedia. La regia dell'adattamento non modernizza il testo
shakespeariano, bensì la recitazione degli Interpreti che lo portano in
scena. La Parola è la vera regina dello spettacolo. Una parola a volte
poetica, a volte violenta e sprezzante, ma sempre Asciutta e Vera. Ogni
tentazione di adottare orpelli e vezzi recitativi viene eliminata dal
palcoscenico."
Un palcoscenico sul quale, grazie anche alle
attente azioni coreografiche, alle canzoni cantate dal vivo dai giovani e
bravissimi interpreti, alla scenografia essenziale e minimale, alla
purezza monocroma dei costumi, alle luci nette e contrastate, viene a
costruirsi nel corso dello spettacolo una nuda e poetica 'macchina
infernale', che vedrà Riccardo - carnefice per eccellenza - divenire
vittima della propria stessa crudeltà.
Nessun commento:
Posta un commento