L’ambientazione storica di “Indictus. La Terra è di Nessuno”, la
prima web serie italiana diretta da Francesco Dinolfo, scritta da
Marianna Lo Pizzo, è rivelata dalle prime scene. La storia dei borghi
delle Madonie come non è mai stata raccontata prima è una co-produzione
IdaA e Reverse Agency, realizzata con il sostegno di Sicilia Film Commission nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei” – primo bando
pubblicato in Italia da una amministrazione pubblica dedicato alla
produzione di web serie per under35. Un’opera prima che narra del
Medioevo arabo normanno nelle terre dell’altopiano delle Madonie, girata
in 11 comuni dell’entroterra, di cui tre Borghi più Belli d’Italia,
Sperlinga, Gangi, Geraci Siculo, insieme a Petralia Sottana, Marsala,
Caltavuturo, Caccamo, Pollina, la Camera delle Meraviglie di Palermo e
due installazioni site specific della Fiumara d’Arte. Indictus è stato
apprezzato per la sua “originale rilettura di luoghi, gesta e
personaggi, a metà tra storia e leggenda, in una Sicilia magica e
misteriosa, contesa tra Arabi e Normanni” ottenendo il cofinanziamento
di Sicilia Film Commission nell’ambito del programma “Sensi
Contemporanei”.
Dal 18 gennaio 2018 sul canale YouTube Indictus sarà possibile vedere
Indictus, la web serie in 7 episodi, della durata complessiva di 74
minuti, recitata in italiano da un cast prevalentemente siciliano,
sottotitolata in inglese e arabo, e interattiva in quanto l’utente
durante ogni puntata avrà la possibilità di scoprire, in qualsiasi
momento dello streaming, una pillola di “ciò che non è stato detto”,
digressioni narrative chiamate appunto indictus. In Indictus la
tecnologia e il linguaggio innovativo utilizzato, il talento di creativi
e attori under30, la sinergia di maestranze artigiane siciliane e il
contributo sperimentale di artisti visuali, sono al servizio della
narrazione di una storia poco nota ai più, con lo scopo di trasmettere
un messaggio di integrazione sociale e coesistenza, importante per il
momento storico e sociale che stiamo vivendo. Nell’anno in cui Palermo è
Capitale Italiana della Cultura 2018 e in cui lo sguardo internazionale
si focalizza proprio sulle terre siciliane, Indictus è l’opportunità
di presentare una nuova immagine della Sicilia all’estero, un racconto
epico leggendario che affonda le radici nella Storia meno nota e che si
allontana nettamente dall’idea di una terra dilaniata dalla mafia, per
restituire all’Isola il suo passato ricco di storia e di cultura.
Indictus è ispirato a fatti storici, con personaggi realmente esistiti
ma riletti in chiave moderna. L’incontro tra culture, lingue, società,
l’Oriente e l’Occidente, Arabi e Normanni, la religione utilizzata come
propaganda per giustificare la conquista, già nel Medioevo hanno messo
le fondamenta di quella che è oggi l’eredità delle popolazioni del
Mediterraneo, un meticciato in cui il sangue dei vinti e dei vincitori è
unito nella genetica e nelle tradizioni delle popolazioni odierne.
Tra duelli,
combattimenti, spade e cavalli, castelli medievali, panoramiche
mozzafiato di mari e montagne selvagge, sono raccontati i tradimenti e
gli inganni alla corte di Ruggero d’Altavilla, la vicenda personale di
Serlon, archetipo dell’uomo moderno, protagonista amletico alla ricerca
della propria libertà e ponte tra le culture, la brama di conquista del
popolo normanno e di prevaricazione del mondo arabo. Indictus è un
appassionato ritratto dei caratteri, una volta separati e in contrasto,
che oggi compongono l’ibridazione e la contaminazione dei popoli
mediterranei.
Attorno agli anni Mille, la Sicilia era già terra di convivenza tra
popoli, sincretismo di lingue e religioni. Arabi, Normanni, Longobardi e
Bizantini rappresentavano la popolazione di quella terra, uno dei primi
esempi di coesistenza tra popoli e di integrazione culturale e sociale.
Gli Arabi, presenti in tutta la Sicilia dal 827 perché considerata
posizione strategica per il controllo sul Mediterraneo contro l’Impero
Bizantino, per 250 anni islamizzarono l’isola, fino all’arrivo dei
Normanni, guidati da Ruggero d’Altavilla e dal fratello Roberto il
Guiscardo, su committenza del Papa: una popolazione dal nord Europa,
prima Vichinghi poi abitanti della Normandia, che unificò la Sicilia
rendendola indipendente. Indictus è la rielaborazione di fatti scolpiti
nella Storia. Parte dai personaggi e dalle vicende storiche attorno al
Gran Conte Ruggero d’Altavilla, narrate dal monaco benedettino Goffredo
Malaterra nelle cronache “De rebus gestis Rogerii Calabriae et Siciliae
comitis et Roberti Guiscardi ducis fratris eius” (1098 circa) e
descritte dal geografo arabo Al-Idrisi nel “Libro di re Ruggero” (1138
circa), per arrivare a intrighi e intrecci in una reinterpretazione
moderna.
Nella Battaglia di Cerami del 1063, 36 soldati normanni, guidati da
Serlon d’Altavilla (Roberto Luigi Mauri) e dall’amico fraterno Arisgot
(Dario Raimondi), con l’aiuto di San Giorgio, sconfissero 3.000 arabi in
una sola notte. Una leggenda i cui numeri mutano nelle versioni e
assumono caratteri iperbolici nel tempo. La missione del Gran Conte
Ruggero I d’Altavilla (Santi Cicardo) di allontanare dalla Sicilia gli
Arabi infedeli inizia a prendere forma, con la creazione della Contea di
Jerax, di cui Serlon diventa vassallo. Alla corte di Ruggero, la moglie
Adelasia (Valeria La Bua) è preoccupata per la malattia del figlio
Simone, sotto le cure del cerusico Engelmaro (Massimo Graffeo) e
l’occhio attento del servo arabo convertito Abdel Nasser (Giuseppe
Cimarosa). Aldruda (Roberta Azzarone), giovane moglie di Serlon, viene
trascurata dal marito, soprattutto dopo l’arrivo di Ibrahim (Manfredi
Russo), Emiro di Castrogiovanni, simbolo di intaccabile fede islamica e
di vasta conoscenza ignota ai Normanni. Ogni personaggio nasconde il
proprio personale obiettivo, tra trame, segreti celati e molti non
detti, si dipana un intreccio di conflitti interni, sensi di colpa,
vendette, complotti e tradimenti. L’amore fraterno e la cieca osservanza
della religione cristiana entra in crisi, il desiderio di riscatto
sociale prende il sopravvento a discapito del valore della vita, la fama
di potere e di gloria rende coraggioso il pavido, la brama di dominio
fa dimenticare che l’uomo non possiede la terra, ma che la vive per la
durata di una vita e ha il dovere di migliorarla e non di sfruttarla. Il
gioco di ruoli in cui la Storia si riflette nella Finzione rendendola
Realtà, il Non detto diventa l’unica Verità possibile, il Vinto si
innalza sul Vincitore, il Pio perde la fede a favore dell’Empio, l’Amico
si rivela nel suo opposto, Nemico, è il terreno fertile di cui si
alimenta Indictus.
Durante i 7 episodi, visibili gratuitamente su YouTube, a un certo punto
compare in alto a destra l’icona “scopri ciò che non è stato detto”:
gli indictus sono piccoli video collaterali, della durata che varia dai
30 secondi ai 2 minuti, contrassegnati dalla “i” che si inseriscono
all’interno dell’episodio. L’utente cliccando, quando lo ritiene
opportuno e in qualsiasi momento della puntata, sulla “i” avrà la
possibilità di approfondire un aspetto fulcro della storia,
caratterizzata da numerose trame sottese e inserti strategici. È
consigliabile, a livello narrativo, accedere agli indictus quando
compare la scritta “scopri ciò che non è stato detto”. Digressioni utili
alla comprensione della vicenda, carichi di simbolismi e azioni: chi
non vede gli indictus non vedrà la storia allo stesso modo, perché ciò
che la Storia non racconta è raccontato da ciò che non viene detto.
Francesco Dinolfo, siciliano classe ’90, è regista e ideatore di
Indictus, un progetto nato nel 2015 insieme a Emanuele Mocciaro e
sceneggiato da Marianna Lo Pizzo. Una crew creativa, composta da
artigiani, stilisti e artisti, genuinamente siciliana, nonostante le
esperienze professionali fuori regione di molti dei talenti che hanno
collaborato alla web serie, a iniziare dallo stesso Dinolfo, diplomato
allo IedED di Torino e con alle spalle numerosi spot, video emotional e
cortometraggi in tutta Italia. Un talento che ha deciso di tornare nella
sua Terra di origine e lavorare con perseveranza per contribuire alla
diffusione della fama e della cultura della sua regione. Gli attori sono
preparati da Santi Cicardo, da anni nell’ambiente teatrale siciliano,
nonché interprete di Ruggero. Le scene sono curate da Giuseppe
Inguaggiato e Gaetano Salvo, con il contributo di Emanuele India,
creatore del Mandala del 6° episodio. La rivisitazione moderna dei
costumi, la scelta dei tessuti e delle fogge sono a cura di Francesco
Mocchia di Coggiola e Ilaria Turchesi, con l’utilizzo dei gioielli
creati da Valentina Sciumè. Gli effetti speciali sono accuratamente
realizzati da Francesca Malvaso, le coreografie dei combattimenti è
affidata a Turi Scandura, esperto di arti medievali, e Giuseppe Cimarosa
che, oltre a interpretare Abdel Nasser, ha contribuito a coordinare
l’intervento dei cavalli in numerosi episodi, in qualità di maestro
d’equitazione del Teatro Equestre Cimarosa, noto a livello nazionale. La
colonna sonora è composta dal gruppo torinese NOIR e l’arrangiamento è a
cura di Daniele Mattiuzzi e Pietro Barale. La sigla è realizzata da
Dinolfo con una riproduzione in 3D di mosaici, intarsi e muquarnas della
Cappella Palatina di Palermo, simbolo di cooperazione tra Arabi,
Normanni e Bizantini.
“Indictus | La Terra è di Nessuno” è stato cofinanziato dalla Sicilia Film Commission che prima, tra le amministrazioni pubbliche italiane, ha pubblicato un bando per giovani videomaker in tema di serialità per il web nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei – Lo sviluppo dell’industria audiovisiva nel Mezzogiorno”.
“Indictus | La Terra è di Nessuno” è stato cofinanziato dalla Sicilia Film Commission che prima, tra le amministrazioni pubbliche italiane, ha pubblicato un bando per giovani videomaker in tema di serialità per il web nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei – Lo sviluppo dell’industria audiovisiva nel Mezzogiorno”.
“Indictus | La Terra è di Nessuno” è il primo prodotto audiovisivo,
creato ad hoc per YouTube, in cui si racconta la storia della Sicilia
medievale e dei suoi dominatori, in luoghi poco conosciuti dalla
bellezza antica, borghi riconosciuti tra i più Belli d’Italia, che
conservano ancora segni di antiche leggende. In ogni luogo è stato
raccontato un tratto della vicenda, talvolta non coincidendo esattamente
con i luoghi realmente protagonisti delle vicende narrate da Malaterra.
Gli episodi ambientati a Jerax, l’attuale Geraci Siculo, sono stati
girati a Caccamo, dove il castello è ancora in ottime condizioni. Oggi a
Geraci Siculo è possibile comunque ritrovare elementi architettonici e
narrativi che si ricollegano alla storia raccontata in Indictus: la via
dedicata a Serlon d’Altavilla, i vini dedicati ad Aldruda, la Torre di
Engelmaro ancora perfettamente integra. Due le opere di land art della
Fiumara d’Arte di Antonio Presti si trovano sui monti Nebrodi,
l’incredibile Labirinto di Arianna di Ilario Manfredini e la maestosa
piramide in acciaio corten 38° Parallelo di Mauro Staccioli, presenti
rispettivamente nel 4° e 6° episodio.
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