Reduce dai successi del premio nazionale di teatro popolare “il giogo” e
del premio nazionale Berta di Sansepolcro, dove si è aggiudicata ben
cinque premi (due per la regia, due per il miglior spettacolo e uno per
il gradimento del pubblico), la compagnia grossetana, I Teatranti di Fabio Cicaloni, replica nella meravigliosa cornice medievale del
Castello di Scarlino il suo Decamerone sabato 22 luglio 2017 alle 21,30.
Tratto dall’omonima
opera di Giovanni Boccaccio, questo libero adattamento di Fabio Cicaloni
per la regia dello stesso Cicaloni e Andrea Ferrari, racconta di una
compagnia teatrale di girovaghi che si trova a Firenze nell’estate del
1630 a mettere in scena alcune novelle del Boccaccio. Il Decamerone offre
loro la possibilità di riflettere sull’umanità rappresentata
dall’autore, ma, al contempo, lo spunto per giocare sulle storie più
piccanti, irriverenti e più spassose che la letteratura ci abbia mai
regalato. Fra prove di scena, costumi improvvisati e allestimenti da
teatro popolare e commedia dell’arte, i teatranti di oggi diventano i
teatranti di allora, ma un colpo di scena rovinerà l’audace impresa.
Il Decamerone è
la rappresentazione di tutta l’umanità con le sue astuzie, penose
nefandezze e umane debolezze, un contenitore di canovacci strutturati
per una compagnia da commedia dell’arte, ma anche una delle opere più
vere e autentiche di tutta la nostra letteratura, in quanto carnale e
brutale nel suo raccontare l’essere umano. E’ un’opera che ci ricorda di
essere vivi e che ci invita a vivere in un momento storico come il
nostro in cui tutto è difficile e duro, ma lo vuol fare anche muovendoci
a ridere, e non certo per leggera frivolezza, quanto più per
consapevole e studiata ironia che si fa vitale. Finché racconteremo
storie e finché saremo lì ad ascoltarle come l’onesta brigata del Decamerone,
allora saremo certi che ancora viviamo e che esiste sempre un motivo
per guardare avanti e vivere fino in fondo la nostra esistenza. Un inno
alla vita, dunque, quello che Boccaccio ci alita ancora a distanza di
quasi sette secoli, per ricordarci che sta a noi chiuder fuori
l’appestato mondo dei corrotti di carne e di spirito per ricreare un
universo puro, fatto di semplicità bella e vera.
Ingresso libero.
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