fino al 6 agosto 2017 al Globe Theatre di Roma
Adattamento e Regia di Daniele Pecci
Scene e costumi: Susanna Proietti
Musiche: Patrizio Maria D'Artista
Light Designer: Umile Vainieri
Direzione Tecnica: Stefano Cianfichi
Produzione: Politeama S.r.l.
Scene e costumi: Susanna Proietti
Musiche: Patrizio Maria D'Artista
Light Designer: Umile Vainieri
Direzione Tecnica: Stefano Cianfichi
Produzione: Politeama S.r.l.
Più che in ogni altro dramma storico, e tutto sommato al pari di
molti dei più famosi testi shakespeariani che nel grande racconto della
vicenda umana e del mondo finiscono per parlare del ‘palcoscenico’,
Enrico V è forse il più emblematico. Questo è infatti, il testo
celebrativo del Globe per antonomasia. In esso coesistono, prima di
tutto, come nella migliore tradizione del dramma storico (vedi
soprattutto le due parti dell’Enrico IV) elementi epici; nella
narrazione esaltante e magniloquente delle vicende della conquista
della Francia da parte di un esiguo manipolo di fratelli, e dall’altra
il racconto e il linguaggio cosiddetto ‘basso’ della commedia quasi
farsesca, per i personaggi della combriccola di Falstaff, e addirittura
elementi squisitamente eufuistici, come nel corteggiamento della bella
Caterina di Francia nella parte finale del dramma, che ci ricorda i
migliori momenti di ‘Molto rumore per nulla’ e soprattutto del magnifico
‘Pene d’amor perdute’. L’elemento nuovo e aggiuntivo però, in
un’offerta già così ricca, è rappresentato dal personaggio del Coro, o
meglio dall’uso che Shakespeare fa di quest’ultimo. Se da un lato ci
accompagna nella narrazione spiegando o commentando le varie scene del
dramma, con le parole più belle e più famose ‘Oh, possedere una musa di
fuoco che si elevasse al più fulgido cielo dell’immaginazione…’,
dall’altro esso ha una funzione quasi illustrativa, pedagogica,
esplicativa del teatro e del suo senso più profondo. Una lezione, questa
di Shakespeare, e in questo caso fortemente poetica, che si affianca
senza nessuna tema di confronto alle grandi ‘lezioni teatrali’ che il
Bardo ci ha trasmesso attraverso alcuni dei suoi personaggi più famosi, a
cominciare da Amleto nella sua celeberrima ‘lezione agli attori’.
Enrico V è un testo poco rappresentato, nonostante solletichi
l’appetito di molti i primi attori grazie all’innegabile fascino del suo
protagonista. Personalmente ritengo che sia a causa dell’istintivo
legame che questo testo ha col teatro Globe. Sappiamo bene infatti che
Shakespeare pensò la quasi totalità delle sue opere per il Globe o per
teatri pubblici che ne avevano grosso modo le stesse fattezze.
Nell’Enrico V questo legame si fa esplicito con la famosa battuta del
coro “…possiamo forse far entrare in questa ‘O’ di legno anche i soli
elmi, che quel giorno, atterrirono l’aria di Azincourt?” al punto che
Lawrence Olivier stesso ambientò emblematicamente l’inizio e la fine del
suo film colossal proprio all’interno del Globe. Lo spettacolo vorrebbe
avvalersi prima di tutto di una traduzione agile e scorrevole che io
stesso sto curando, della presenza di un nutrito cast di attori, di
costumi d’epoca, e qualche elemento scenico…il resto dovrà essere
un’invenzione; così come il teatro semplice vuole.
Enrico V è un dramma storico di William Shakespeare composto tra il 1598 ed il 1599.
Il dramma prende spunto dalle vicende di Enrico V d'Inghilterra, re che si distinse per aver conquistato la Francia nel corso della battaglia di Azincourt (25 ottobre 1415).
Enrico V è un dramma storico di William Shakespeare composto tra il 1598 ed il 1599.
Il dramma prende spunto dalle vicende di Enrico V d'Inghilterra, re che si distinse per aver conquistato la Francia nel corso della battaglia di Azincourt (25 ottobre 1415).
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