La facciata e i due campanili |
E’ la
Milano del periodo tardo-antico, capitale dell'Impero Romano, che svolse
un importantissimo ruolo politico e culturale, essendo la principale
città europea. Al centro delle iniziative dei più influenti imperatori -
da Costantino a Teodosio - Milano fu anche un baluardo contro le
invasioni barbariche. In questo contesto s’inserì il giovane Ambrogio,
che svolse con il mandato imperiale una determinante azione politica
mirata a rafforzare le istituzioni. Storie raccontate da “La croce e la
spada”, la serie di Rai Cultura in onda lunedì 16 gennaio 2017 alle 21.10 su Rai Storia.
Ambrogio era nato a Treviri, in Germania, da una nobile
famiglia romana della Gens Aurelia. Quando suo padre, governatore delle
Gallie e funzionario imperiale, morì, Ambrogio si recò a Roma con la
sorella Marcellina e la madre. Proseguì gli studi per la carriera legale
ottenendo molti successi come avvocato, finché l’imperatore
Valentiniano lo nominò governatore, con residenza a Milano. Rimase in
carica per quattro anni, dimostrando di essere al di sopra delle parti e
dei partiti, con l’occhio rivolto al bene di tutta la popolazione. Un
atteggiamento che gli valse non solo la stima, ma addirittura l’affetto
sincero dei più poveri. Ambrogio assunse lo stesso atteggiamento quando
fu nominato vescovo. Donò le sue ricchezze ai poveri e le sue terre alla
Chiesa, tenendone per sé una piccola parte. Ogni giorno diceva la Messa
per i suoi fedeli dedicandosi poi al loro servizio per ascoltarli,
consigliarli e difenderli contro i soprusi dei ricchi. Tutti potevano
parlargli, in qualsiasi momento. E proprio per i suoi fedeli Ambrogio
lavorò, studiò, rischiò la vita, predicò, viaggiò e scrisse libri fino
alla fine. Morì il 4 aprile, all’alba del Sabato Santo, quando correva
l’anno 397.
La cripta con i corpi dei santi Ambrogio, Gervaso e Protaso |
Le sue spoglie riposano nella basilica milanese che porta il
suo nome, accolte nella cripta che lui stesso volle costruire per
ospitare i corpi di San Gervaso e San Protaso. La Basilica fu edificata
tra il 379 e il 386 in una zona di sepoltura dei cristiani martirizzati.
Per questo venne chiamata Basilica Martyrum. Da quando vi fu sepolto
Sant'Ambrogio cambiò nome, assumendo quello attuale. Un importante
riferimento a Sant'Ambrogio è presente anche nel Duomo di Milano.
L'ultima campata dell'edificio ospita infatti l'Altare di Sant'Ambrogio,
con la pala secentesca del pittore urbinate Federico Barocci, che
raffigura l'imperatore Teodosio inginocchiato di fronte a Sant'Ambrogio,
con lo scettro e la corona deposti a terra. L'opera si riferisce
alla penitenza che il vescovo di Milano impose all'imperatore per aver
ordinato un massacro tra la popolazione di Tessalonica. L'episodio,
frequentemente rappresentato, era inteso come metafora della
subordinazione del potere imperiale a quello papale e conferma
l'importanza che Ambrogio ha rivestito non solo al suo tempo ma anche
durante i secoli successivi nella storia di Milano.
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