Domenica 13 dicembre 2015 alle ore 20,00 nell'Auditorium di Sant'Apollonia in Via San Benedetto a Salereno l'Ensemble Rosa Aulentissima presenta “Tempus est iocundum”, un concerto-spettacolo ideato,
progettato e curato da Matteo Autuori e da Marilina De Caro,
quest’ultima anche alla direzione artistica.
Il coro è diretto dal Maestro Rocco Celentano, che firma l'intera direzione musicale e strumentale. Al suo fianco, il musicista, strumentista e cultore di musica medievale Gabriele Rosco.
Le scenografie sono curate dal noto artista napoletano Pietro Loffredo.
Il filo conduttore di “Tempus est iocundum” – che trae il suo nome da un famoso brano medievale – è la passione carnale secondo i punti di vista di compositori e scrittori vissuti nell’arco temporale compreso tra il XIII e il XVII secolo. Lo spettacolo racconta tale tema partendo da punti di vista diversi, divisi per “quadri” scenici. Si analizzeranno sensazioni, emozioni, tragedie e drammaticità di tanti personaggi: ognuno con una sua storia, con le sue ragioni, con i suoi dolori, i suoi drammi, con le sue gioie e le sue aspirazioni; c’è chi nasconde il proprio trasporto passionale e chi, invece, lo palesa; c’è chi decide di sovvertire le convenzioni sociali e religiose (venendo, talvolta, anche sconfitto dall’evolversi delle vicende) e chi, invece, tristemente le asseconda; c’è chi nasconde i propri atroci misfatti; chi raggiunge un luogo per dar voce alle esigenze del proprio corpo e c’è chi perde la vita per passione.
Le ricerche svolte si sono concentrate su un ricchissimo ed eterogeneo 'ventaglio' di compositori ed autori appartenuti a vari Paesi tra cui Italia, Spagna, Inghilterra e Francia: da Shakespeare a Boccaccio, passando per Cecco Angiolieri, fino a Suor Juana Inés de la Cruz – per quanto concerne la parte strettamente letteraria; da Orlando Di Lasso a Juan del Encina, per quanto riguarda la sfera musicale.
Il coro è diretto dal Maestro Rocco Celentano, che firma l'intera direzione musicale e strumentale. Al suo fianco, il musicista, strumentista e cultore di musica medievale Gabriele Rosco.
Le scenografie sono curate dal noto artista napoletano Pietro Loffredo.
Il filo conduttore di “Tempus est iocundum” – che trae il suo nome da un famoso brano medievale – è la passione carnale secondo i punti di vista di compositori e scrittori vissuti nell’arco temporale compreso tra il XIII e il XVII secolo. Lo spettacolo racconta tale tema partendo da punti di vista diversi, divisi per “quadri” scenici. Si analizzeranno sensazioni, emozioni, tragedie e drammaticità di tanti personaggi: ognuno con una sua storia, con le sue ragioni, con i suoi dolori, i suoi drammi, con le sue gioie e le sue aspirazioni; c’è chi nasconde il proprio trasporto passionale e chi, invece, lo palesa; c’è chi decide di sovvertire le convenzioni sociali e religiose (venendo, talvolta, anche sconfitto dall’evolversi delle vicende) e chi, invece, tristemente le asseconda; c’è chi nasconde i propri atroci misfatti; chi raggiunge un luogo per dar voce alle esigenze del proprio corpo e c’è chi perde la vita per passione.
Le ricerche svolte si sono concentrate su un ricchissimo ed eterogeneo 'ventaglio' di compositori ed autori appartenuti a vari Paesi tra cui Italia, Spagna, Inghilterra e Francia: da Shakespeare a Boccaccio, passando per Cecco Angiolieri, fino a Suor Juana Inés de la Cruz – per quanto concerne la parte strettamente letteraria; da Orlando Di Lasso a Juan del Encina, per quanto riguarda la sfera musicale.
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