Marco Baliani e Stefano Accorsi |
Nuovo importante appuntamento, martedì 16, mercoledì 17 e giovedì 18 dicembre 2014 alle ore 20.45, per la
trentacinquesima stagione di prosa del Teatro Comunale di Thiene (VI). Il
sipario di alzerà sullo spettacolo “Decamerone, vizi, virtù, passioni”. Lo spettacolo,
liberamente tratto dal Decamerone di Giovanni Boccaccio, vedrà in scena
Stefano Accorsi, mentre l’adattamento teatrale e la regia sono di Marco
Baliani. Altri interpreti dello spettacolo sono Salvatore Arena, Silvia
Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu, Naike Anna Silipo. La
produzione è di Nuovo Teatro, in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola.
Curioso e particolare l’allestimento. Sulla scena è parcheggiato una
sorta di carro-furgone, che fa da casa e teatro viaggiante per la
compagnia che si appresta a mettere in scena l’opera. L’espediente
narrativo del Decamerone è assai noto: nella Firenze medievale la peste
semina la morte. Così un gruppo di giovani decide di rifugiarsi in una
casa in collina per evitare il contagio. Occorre però far passare il
tempo e la comitiva inizia a raccontarsi storie divertenti, originali,
un po’ peccaminose. Dieci al giorno, appunto. Lo spettacolo che viene
proposto a Thiene segue un po’ lo schema, ed anche la modularità del
carro sul palcoscenico favorisce l’esposizione delle novelle del
Decamerone, poiché permette, di volta in volta, la creazione degli spazi
e delle suggestioni necessarie alle storie che si vanno a narrare.
Le storie del Decamerone tenevano lontana la peste, quelle di oggi…
pure. La malattia è però diversa, con quella di oggi che uccide
soprattutto l’anima. “Le storie – si legge in una nota di regia –
servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite,
diverse da quella che si sta faticosamente vivendo. Le storie servono ad
allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte. Abbiamo scelto
di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad
essere appestato è il nostro vivere civile. Percepiamo i miasmi
mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le mafie, l’impudicizia e
l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il
malaffare.
“In questa progressiva perdita di un civile sentire, – prosegue il
regista, Marco Baliani, – ci è sembrato importante far risuonare la voce
del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti. Per ricordare che
possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e
naturali, un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta
giornaliera con la quale la peste ci avvilisce.
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