domenica 21 gennaio 2018

"Indictus. La Terra è di Nessuno" su YouTube

L’ambientazione storica di “Indictus. La Terra è di Nessuno”, la prima web serie italiana diretta da Francesco Dinolfo, scritta da Marianna Lo Pizzo, è rivelata dalle prime scene. La storia dei borghi delle Madonie come non è mai stata raccontata prima è una co-produzione IdaA e Reverse Agency, realizzata con il sostegno di Sicilia Film Commission nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei” – primo bando pubblicato in Italia da una amministrazione pubblica dedicato alla produzione di web serie per under35. Un’opera prima che narra del Medioevo arabo normanno nelle terre dell’altopiano delle Madonie, girata in 11 comuni dell’entroterra, di cui tre Borghi più Belli d’Italia, Sperlinga, Gangi, Geraci Siculo, insieme a Petralia Sottana, Marsala, Caltavuturo, Caccamo, Pollina, la Camera delle Meraviglie di Palermo e due installazioni site specific della Fiumara d’Arte. Indictus è stato apprezzato per la sua “originale rilettura di luoghi, gesta e personaggi, a metà tra storia e leggenda, in una Sicilia magica e misteriosa, contesa tra Arabi e Normanni” ottenendo il cofinanziamento di Sicilia Film Commission nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei”.
Dal 18 gennaio 2018 sul canale YouTube Indictus sarà possibile vedere Indictus, la web serie in 7 episodi, della durata complessiva di 74 minuti, recitata in italiano da un cast prevalentemente siciliano, sottotitolata in inglese e arabo, e interattiva in quanto l’utente durante ogni puntata avrà la possibilità di scoprire, in qualsiasi momento dello streaming, una pillola di “ciò che non è stato detto”, digressioni narrative chiamate appunto indictus.  In Indictus la tecnologia e il linguaggio innovativo utilizzato, il talento di creativi e attori under30, la sinergia di maestranze artigiane siciliane e il contributo sperimentale di artisti visuali, sono al servizio della narrazione di una storia poco nota ai più, con lo scopo di trasmettere un messaggio di integrazione sociale e coesistenza, importante per il momento storico e sociale che stiamo vivendo. Nell’anno in cui Palermo è Capitale Italiana della Cultura 2018 e in cui lo sguardo internazionale si focalizza proprio sulle terre siciliane, Indictus  è l’opportunità di presentare una nuova immagine della Sicilia all’estero, un racconto epico leggendario che affonda le radici nella Storia meno nota e che si allontana nettamente dall’idea di una terra dilaniata dalla mafia, per restituire all’Isola il suo passato ricco di storia e di cultura. Indictus è ispirato a fatti storici, con personaggi realmente esistiti ma riletti in chiave moderna. L’incontro tra culture, lingue, società, l’Oriente e l’Occidente, Arabi e Normanni, la religione utilizzata come propaganda per giustificare la conquista, già nel Medioevo hanno messo le fondamenta di quella che è oggi l’eredità delle popolazioni del Mediterraneo, un meticciato in cui il sangue dei vinti e dei vincitori è unito nella genetica e nelle tradizioni delle popolazioni odierne.
Tra duelli, combattimenti, spade e cavalli, castelli medievali, panoramiche mozzafiato di mari e montagne selvagge, sono raccontati i tradimenti e gli inganni alla corte di Ruggero d’Altavilla, la vicenda personale di Serlon, archetipo dell’uomo moderno, protagonista amletico alla ricerca della propria libertà e ponte tra le culture, la brama di conquista del popolo normanno e di prevaricazione del mondo arabo. Indictus è un appassionato ritratto dei caratteri, una volta separati e in contrasto, che oggi compongono l’ibridazione e la contaminazione dei popoli mediterranei.
Attorno agli anni Mille, la Sicilia era già terra di convivenza tra popoli, sincretismo di lingue e religioni. Arabi, Normanni, Longobardi e Bizantini rappresentavano la popolazione di quella terra, uno dei primi esempi di coesistenza tra popoli e di integrazione culturale e sociale. Gli Arabi, presenti in tutta la Sicilia dal 827 perché considerata posizione strategica per il controllo sul Mediterraneo contro l’Impero Bizantino, per 250 anni islamizzarono l’isola, fino all’arrivo dei Normanni, guidati da Ruggero d’Altavilla e dal fratello Roberto il Guiscardo, su committenza del Papa: una popolazione dal nord Europa, prima Vichinghi poi abitanti della Normandia, che unificò la Sicilia rendendola indipendente. Indictus è la rielaborazione di fatti scolpiti nella Storia. Parte dai personaggi e dalle vicende storiche attorno al Gran Conte Ruggero d’Altavilla, narrate dal monaco benedettino Goffredo Malaterra nelle cronache “De rebus gestis Rogerii Calabriae et Siciliae comitis et Roberti Guiscardi ducis fratris eius” (1098 circa) e descritte dal geografo arabo Al-Idrisi nel “Libro di re Ruggero” (1138 circa), per arrivare a intrighi e intrecci in una reinterpretazione moderna.
Nella Battaglia di Cerami del 1063, 36 soldati normanni, guidati da Serlon d’Altavilla (Roberto Luigi Mauri) e dall’amico fraterno Arisgot (Dario Raimondi), con l’aiuto di San Giorgio, sconfissero 3.000 arabi in una sola notte. Una leggenda i cui numeri mutano nelle versioni e assumono caratteri iperbolici nel tempo. La missione del Gran Conte Ruggero I d’Altavilla (Santi Cicardo) di allontanare dalla Sicilia gli Arabi infedeli inizia a prendere forma, con la creazione della Contea di Jerax, di cui Serlon diventa vassallo. Alla corte di Ruggero, la moglie Adelasia (Valeria La Bua) è preoccupata per la malattia del figlio Simone, sotto le cure del cerusico Engelmaro (Massimo Graffeo) e l’occhio attento del servo arabo convertito Abdel Nasser (Giuseppe Cimarosa). Aldruda (Roberta Azzarone), giovane moglie di Serlon, viene trascurata dal marito, soprattutto dopo l’arrivo di Ibrahim (Manfredi Russo), Emiro di Castrogiovanni, simbolo di intaccabile fede islamica e di vasta conoscenza ignota ai Normanni. Ogni personaggio nasconde il proprio personale obiettivo, tra trame, segreti celati e molti non detti, si dipana un intreccio di conflitti interni, sensi di colpa, vendette, complotti e tradimenti. L’amore fraterno e la cieca osservanza della religione cristiana entra in crisi, il desiderio di riscatto sociale prende il sopravvento a discapito del valore della vita, la fama di potere e di gloria rende coraggioso il pavido, la brama di dominio fa dimenticare che l’uomo non possiede la terra, ma che la vive per la durata di una vita e ha il dovere di migliorarla e non di sfruttarla. Il gioco di ruoli in cui la Storia si riflette nella Finzione rendendola Realtà, il Non detto diventa l’unica Verità possibile, il Vinto si innalza sul Vincitore, il Pio perde la fede a favore dell’Empio, l’Amico si rivela nel suo opposto, Nemico, è il terreno fertile di cui si alimenta Indictus.
Durante i 7 episodi, visibili gratuitamente su YouTube, a un certo punto compare in alto a destra l’icona “scopri ciò che non è stato detto”: gli indictus sono piccoli video collaterali, della durata che varia dai 30 secondi ai 2 minuti, contrassegnati dalla “i” che si inseriscono all’interno dell’episodio. L’utente cliccando, quando lo ritiene opportuno e in qualsiasi momento della puntata, sulla “i” avrà la possibilità di approfondire un aspetto fulcro della storia, caratterizzata da numerose trame sottese e inserti strategici. È consigliabile, a livello narrativo, accedere agli indictus quando compare la scritta “scopri ciò che non è stato detto”. Digressioni utili alla comprensione della vicenda, carichi di simbolismi e azioni: chi non vede gli indictus non vedrà la storia allo stesso modo, perché ciò che la Storia non racconta è raccontato da ciò che non viene detto.
Francesco Dinolfo, siciliano classe ’90, è regista e ideatore di Indictus, un progetto nato nel 2015 insieme a Emanuele Mocciaro e sceneggiato da Marianna Lo Pizzo. Una crew creativa, composta da artigiani, stilisti e artisti, genuinamente siciliana, nonostante le esperienze professionali fuori regione di molti dei talenti che hanno collaborato alla web serie, a iniziare dallo stesso Dinolfo, diplomato allo IedED di Torino e con alle spalle numerosi spot, video emotional e cortometraggi in tutta Italia. Un talento che ha deciso di tornare nella sua Terra di origine e lavorare con perseveranza per contribuire alla diffusione della fama e della cultura della sua regione. Gli attori sono preparati da Santi Cicardo, da anni nell’ambiente teatrale siciliano, nonché interprete di Ruggero. Le scene sono curate da Giuseppe Inguaggiato e Gaetano Salvo, con il contributo di Emanuele India, creatore del Mandala del 6° episodio. La rivisitazione moderna dei costumi, la scelta dei tessuti e delle fogge sono a cura di Francesco Mocchia di Coggiola e Ilaria Turchesi, con l’utilizzo dei gioielli creati da Valentina Sciumè. Gli effetti speciali sono accuratamente realizzati da Francesca Malvaso, le coreografie dei combattimenti è affidata a Turi Scandura, esperto di arti medievali, e Giuseppe Cimarosa che, oltre a interpretare Abdel Nasser, ha contribuito a coordinare l’intervento dei cavalli in numerosi episodi, in qualità di maestro d’equitazione del Teatro Equestre Cimarosa, noto a livello nazionale. La colonna sonora è composta dal gruppo torinese NOIR e l’arrangiamento è a cura di Daniele Mattiuzzi e Pietro Barale. La sigla è realizzata da Dinolfo con una riproduzione in 3D di mosaici, intarsi e muquarnas della Cappella Palatina di Palermo, simbolo di cooperazione tra Arabi, Normanni e Bizantini.
“Indictus | La Terra è di Nessuno” è stato cofinanziato dalla Sicilia Film Commission che prima, tra le amministrazioni pubbliche italiane, ha pubblicato un bando per giovani videomaker in tema di serialità per il web nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei – Lo sviluppo dell’industria audiovisiva nel Mezzogiorno”.
“Indictus | La Terra è di Nessuno” è il primo prodotto audiovisivo, creato ad hoc per YouTube, in cui si racconta la storia della Sicilia medievale e dei suoi dominatori, in luoghi poco conosciuti dalla bellezza antica, borghi riconosciuti tra i più Belli d’Italia, che conservano ancora segni di antiche leggende. In ogni luogo è stato raccontato un tratto della vicenda, talvolta non coincidendo esattamente con i luoghi realmente protagonisti delle vicende narrate da Malaterra. Gli episodi ambientati a Jerax, l’attuale Geraci Siculo, sono stati girati a Caccamo, dove il castello è ancora in ottime condizioni. Oggi a Geraci Siculo è possibile comunque ritrovare elementi architettonici e narrativi che si ricollegano alla storia raccontata in Indictus: la via dedicata a Serlon d’Altavilla, i vini dedicati ad Aldruda, la Torre di Engelmaro ancora perfettamente integra. Due le opere di land art della Fiumara d’Arte di Antonio Presti si trovano sui monti Nebrodi, l’incredibile Labirinto di Arianna di Ilario Manfredini e la maestosa piramide in acciaio corten 38° Parallelo di Mauro Staccioli, presenti rispettivamente nel 4° e 6° episodio.

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