venerdì 12 dicembre 2014

“Decamerone, vizi, virtù, passioni” in scena a Thiene (VI)

Marco Baliani e Stefano Accorsi
Nuovo importante appuntamento, martedì 16, mercoledì 17 e giovedì 18 dicembre 2014 alle ore 20.45, per la trentacinquesima stagione di prosa del Teatro Comunale di Thiene (VI). Il sipario di alzerà sullo spettacolo “Decamerone, vizi, virtù, passioni”. Lo spettacolo, liberamente tratto dal Decamerone di Giovanni Boccaccio, vedrà in scena Stefano Accorsi, mentre l’adattamento teatrale e la regia sono di Marco Baliani. Altri interpreti dello spettacolo sono Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu, Naike Anna Silipo. La produzione è di Nuovo Teatro, in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola.
Curioso e particolare l’allestimento. Sulla scena è parcheggiato una sorta di carro-furgone, che fa da casa e teatro viaggiante per la compagnia che si appresta a mettere in scena l’opera. L’espediente narrativo del Decamerone è assai noto: nella Firenze medievale la peste semina la morte. Così un gruppo di giovani decide di rifugiarsi in una casa in collina per evitare il contagio. Occorre però far passare il tempo e la comitiva inizia a raccontarsi storie divertenti, originali, un po’ peccaminose. Dieci al giorno, appunto. Lo spettacolo che viene proposto a Thiene segue un po’ lo schema, ed anche la modularità del carro sul palcoscenico favorisce l’esposizione delle novelle del Decamerone, poiché permette, di volta in volta, la creazione degli spazi e delle suggestioni necessarie alle storie che si vanno a narrare.
Le storie del Decamerone tenevano lontana la peste, quelle di oggi… pure. La malattia è però diversa, con quella di oggi che uccide soprattutto l’anima. “Le storie – si legge in una nota di regia – servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo. Le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte. Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad essere appestato è il nostro vivere civile. Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare.
“In questa progressiva perdita di un civile sentire, – prosegue il regista, Marco Baliani, – ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti. Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce.

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