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venerdì 21 agosto 2020

Gretel e Hansel al Cinema

Il film comincia con il racconto di una fiaba: durante il Medioevo in un villaggio tedesco un uomo fa guarire la sua bambina da una malattia mortale attraverso l’operato di una strega, che le dona però poteri sinistri. Ecco che suo padre è costretto ad abbandonarla nel bosco, dove la “bella bambina con il cappello rosa” comincia ad ammazzare altri coetanei. Gretel (Sophia Lillis), che adora questa fiaba, dopo aver rifiutato di prostituirsi viene mandata via di casa insieme al fratellino Hansel (Samuel Leakey) dalla loro madre rimasta vedova che non può più badare a loro. I due si ritrovano nel bosco e si rifugiano in casa dell’anziana Holda (Alice Krige), che li ospita facendosi aiutare nelle faccende di casa. Dopo un po’ Gretel viene turbata da voci, sogni e visioni e comincia a chiedersi chi sia davvero Holda e cosa nasconda.
Oz Perkins non smentisce la sua attitudine all’horror e rielabora in maniera affascinante la fiaba nata in epoca medievale riportata dai fratelli Grimm, che già conteneva in sé semi orrorifici. Cerca di evocare in ogni modo un cinema classicheggiante, sensazione che si avverte sin dal logo animato della Orion Pictures che compare come prima immagine della pellicola. Ogni singola inquadratura predilige spesso e volentieri campi singoli ed è curata nei minimi particolari per rassomigliare ad un dipinto, con i fini giochi di luce di Galo Olivares che miscelano toni gotici degni del miglior cinema classico tedesco insieme a toni da fiaba.
La prima metà del film è un suggestivo horror en plein air, poi il racconto rallenta leggermente prima di ripartire con slancio per il gran finale. L’universo costruito da Oz Perkins, dominato dalle forme espressioniste della dimora di Holda (il triangolo è quella ricorrente e centrale) tutt’altro che commestibile come invece accade nella fiaba, galleggia appena sulla superficie dell’horror senza osare più di tanto, senza jump scare, immagini truci né escamotage audio, e si poggia per gran parte su Sophia Lillis, già ammirata in “It”, e sull’inquietante strega Alice Krige. La morale che il regista intende veicolare è tutta contenuta nella favola della bambina con il cappello rosa inserita nel prologo: attenzione ai regali che si ricevono.
Una fiaba che ne contiene un’altra in un effetto matrioska brillante e rispettoso di quella di partenza. Apprezzabile nella costruzione dell’intreccio dal punto di vista della mitopoiesi e delizioso nell’aspetto formale, “Gretel e Hansel” lascia però crollare il ritmo in alcuni frangenti. Uscito il 31 gennaio scorso negli Stati Uniti d’America, il film arriva nelle sale italiane dal 19 agosto 2020.

domenica 15 gennaio 2017

"Il Gobbo di Notre Dame" a Montalto di Castro (VT)

La Compagnia della Rupe presenta al Teatro Lea Padovani di Montalto di Castro (VT), sabato 11 febbraio, alle ore 21:30, e domenica 12 febbraio 2017, alle ore 16:30, “Il Gobbo di Notre Dame”, uno spettacolo in cui il pubblico viene condotto in un vortice di sentimenti contrastanti ed estremi, sottolineati dalle voci uniche dei personaggi i quali sapranno dar vita all’eterno confronto tra il bene e il male, il bello e l’orrido, l’odio e l’amore, fino alle estreme conseguenza.
In una Parigi medievale, gotica e tumultuosa, che ha come sfondo la cattedrale di Notre-Dame, prende il via la tragica storia di Quasimodo, il campanaro gobbo, e del suo triste e impossibile amore per Esmeralda, la bella zingara contesa allo stesso tempo dal malvagio arcidiacono Frollo, dal poeta Gringoire  e dal nobile capitano delle guardie Febo. Quasimodo, infatti, costretto dalla sua deformità a guardare il mondo dall’alto della torre campanaria, un giorno si innamora perdutamente di Esmeralda che vede ballare e cantare sulla piazza, davanti alla cattedrale. Ma Esmeralda nello stesso momento, rimane abbagliata da Febo, il bel capitano delle guardie del Re che, nonostante sia fidanzato con Fiordaliso, una giovane e ricca borghese, non riesce a resistere alla bellezza esotica e sensuale della gitana.
Anche Frollo, da sempre dedito alla religione, rimane sconvolto dal fascino della zingara, che con la sua danza  risveglia in lui il sentimento di gelosia e quel desiderio carnale represso per anni. Per questo cerca di imprigionarla con l’inganno, scatenando così, tra le oscure vie della città, una spietata lotta contro gli zingari guidati da Clopin.
Per prenotazioni online Compagnia della Rupe.