giovedì 5 febbraio 2015

"Vaghe donne. L'amore ai tempi della peste" in scena a Roma

Maria Antonia Fama in scena
Maria Antonia Fama torna in scena con un nuovo spettacolo. Dopo "Cuori monolocali, "Sessolosè" e "Appese a un filo", la giovane attrice, sempre diretta da Velia Viti, sul palco dell'Emporio delle Arti di Roma interpreta "Vaghe donne - L'amore ai tempi della peste". Ad accompagnarla in questa nuova avventura il musicista Maurizio Minnucci. Lo spettacolo si ispira al Decameron di Boccaccio ed ha già ottenuto consensi al Festival di Teatro Medievale e Rinascimentale di Anagni. L'attrice, da venerdì 13 a domenica 15 febbraio 2015, dà voce alle straordinarie figure femminili protagoniste delle novelle del Decameron. Donne fiere, brillanti, comiche, tragiche, padrone del loro destino che affermano il loro ruolo all'interno di un contesto storico sociale molto particolare.
L’attrice riesce a coinvolgere il pubblico scaldando gli spettatori con un’interpretazione originale e appassionata, alternando momenti drammatici e di profonda commozione a brani carichi di comicità piccante, intelligente ed allusiva, intervallati da esibizioni canore. Tre serate innovative da non perdere, che danno spazio a storie interessanti, canzoni e inaspettate riletture all’insegna della sfera femminile del capolavoro di Boccaccio.
Maria Antonia Fama, diretta da Velia Viti dà voce alle eccezionali figure femminili protagoniste di alcune novelle del Decameron. Monna Filippa, Lisa, Monna Ghita e Lisabetta sono donne coraggiose, sensuali, fiere, ironiche, brillanti, tragiche e comiche, moderne padrone del proprio destino, che affermano il loro ruolo all’interno di un contesto storico-sociale dove le donne sono costrette a vivere totalmente subordinate alla volontà maschile.
Nella rivisitazione del Decameron, le due autrici si concentrano sulle vicende che stanno dalla parte delle donne. Lo spazio scenico è riservato alle figure femminili, protagoniste e destinatarie del racconto, che campeggiano nel ruolo di interpreti e narratrici. Ad esse è contrapposta una figura maschile che fa da sfondo, resta quasi inanimata e assolve al ruolo di semplice accompagnatore, e che fa capolino soltanto quando l’ardore della giovane interprete non lo coinvolge nel vortice della sua passione carnale.

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