Da lunedì 6 novembre 2023 arriva nelle sale cinematografiche italiane il film Urbs picta. Giotto e il sogno del Rinascimento, prodotto da Magnitudo Film in collaborazione con Nordest Boulevard e Redstring Pictures, con la voce narrante di Fabio Gemo, la colonna sonora di Tommaso Ermolli e il fotografo di scena Andrea Andreetta. Il film diretto da Francesco Invernizzi, scritto e sceneggiato da Matteo Strukul e Silvia Giorgi, intende raccontare l’arte visionaria di Giotto, pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa.
Girato con la collaborazione del Comune di Padova, i Comuni di Monselice, Cittadella e Arquà Petrarca, la Torre Massimago di Rossi Chauvenet, il set ha coinvolto anche location in provincia di Padova, come Cittadella, con la sua cinta muraria, Monselice con il Castello Cini, Arquà Petrarca con la casa del poeta.
Il documentario vuole raccontare il grande sviluppo della pittura trecentesca veneta iniziato con l’arrivo di Giotto a Padova. Nell’epoca in cui dominavano sul territorio italiano le grandi Signorie e le Repubbliche Marinare, gli artisti furono chiamati dai potenti a decorare palazzi e chiese a testimonianza della propria influenza. Giotto arrivò a Padova, intorno al 1302, su invito dai frati minori della Basilica di Sant’Antonio su indicazione dei confratelli di Assisi. La famiglia dei Carraresi, all’epoca in contrasto con la Repubblica Serenissima di Venezia, iniziò una politica della cultura. Più e meglio di altri importanti Signorie del XIV secolo, essi si mossero in un contesto cosmopolita, stringendo relazioni con le principali corti europee. Assunsero al loro servizio i principali artisti del Trecento con finalità autocelebrative e modellarono la città a loro immagine e somiglianza, originando la Urbs Picta. Padova divenne così centro del pensiero e dell’arte pittorica, richiamando oltre a quelle già nominate personalità come Petrarca, e nel Quattrocento, Leon Battista Alberti, Cosimo de’ Medici, Donatello, Paolo Uccello, Palla Strozzi, anticipando di fatto il Rinascimento.
“Era molto tempo che desideravo iscrivere il nome di Giotto tra le più rigorose produzioni documentaristiche contemporanee”, ha dichiarato il regista Francesco Invernizzi. “La struttura narrativa e il rigore delle immagini valorizzano al massimo il patrimonio pittorico contenuto in scrigni di assoluta bellezza come la Cappella degli Scrovegni, l’Oratorio di San Giorgio, la Cappella di San Giacomo al Santo, il Palazzo della Ragione. Ho voluto da un lato esaltare la visione della sua arte grazie all’utilizzo di macchine 8K e della luce naturale, dall’altro rispettare e assecondare la bellezza mozzafiato delle gigantesche superfici mirabilmente affrescate, la lucentezza di colori e smalti, la disposizione coreografica stupefacente delle figure concepite da Giotto, Altichiero da Zevio, Guariento d’Arpo, Giusto de’ Menabuoi, solo per citare alcuni degli artisti. Ne ho tratto un racconto corale, che celebra figure centrali della storia dell’arte e anche della letteratura - grazie al mecenatismo della dinastia Carrarese - quali Giotto, il pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa a dir poco mozza fiato, Francesco Petrarca genio della poesia che a Padova trovò il proprio porto sicuro, Giovanni Pisano, maestro della scultura e innovatore della statualistica classica, Pietro d’Abano filosofo, medico, astrologo e negromante in odore di eresia. Grazie alla collaborazione autorale con Matteo Strukul e Silvia Gorgi ho potuto imboccare affascinanti digressioni artistiche immergendole in raffinate ricostruzioni storiche. Le linee narrative avvincenti si fondono in una miscela visiva fuori dall’ordinario perc hè capace di garantire un coinvolgimento intimo ed emotivo nel medioevo trecentesco: un’autentica esperienza immersiva nella bellezza dell’Arte e della Storia padovana, veneta e italiana per me e, spero, per chi vorrà incontrare al cinema un Giotto come mai mostrato prima”.
Girato con la collaborazione del Comune di Padova, i Comuni di Monselice, Cittadella e Arquà Petrarca, la Torre Massimago di Rossi Chauvenet, il set ha coinvolto anche location in provincia di Padova, come Cittadella, con la sua cinta muraria, Monselice con il Castello Cini, Arquà Petrarca con la casa del poeta.
Il documentario vuole raccontare il grande sviluppo della pittura trecentesca veneta iniziato con l’arrivo di Giotto a Padova. Nell’epoca in cui dominavano sul territorio italiano le grandi Signorie e le Repubbliche Marinare, gli artisti furono chiamati dai potenti a decorare palazzi e chiese a testimonianza della propria influenza. Giotto arrivò a Padova, intorno al 1302, su invito dai frati minori della Basilica di Sant’Antonio su indicazione dei confratelli di Assisi. La famiglia dei Carraresi, all’epoca in contrasto con la Repubblica Serenissima di Venezia, iniziò una politica della cultura. Più e meglio di altri importanti Signorie del XIV secolo, essi si mossero in un contesto cosmopolita, stringendo relazioni con le principali corti europee. Assunsero al loro servizio i principali artisti del Trecento con finalità autocelebrative e modellarono la città a loro immagine e somiglianza, originando la Urbs Picta. Padova divenne così centro del pensiero e dell’arte pittorica, richiamando oltre a quelle già nominate personalità come Petrarca, e nel Quattrocento, Leon Battista Alberti, Cosimo de’ Medici, Donatello, Paolo Uccello, Palla Strozzi, anticipando di fatto il Rinascimento.
“Era molto tempo che desideravo iscrivere il nome di Giotto tra le più rigorose produzioni documentaristiche contemporanee”, ha dichiarato il regista Francesco Invernizzi. “La struttura narrativa e il rigore delle immagini valorizzano al massimo il patrimonio pittorico contenuto in scrigni di assoluta bellezza come la Cappella degli Scrovegni, l’Oratorio di San Giorgio, la Cappella di San Giacomo al Santo, il Palazzo della Ragione. Ho voluto da un lato esaltare la visione della sua arte grazie all’utilizzo di macchine 8K e della luce naturale, dall’altro rispettare e assecondare la bellezza mozzafiato delle gigantesche superfici mirabilmente affrescate, la lucentezza di colori e smalti, la disposizione coreografica stupefacente delle figure concepite da Giotto, Altichiero da Zevio, Guariento d’Arpo, Giusto de’ Menabuoi, solo per citare alcuni degli artisti. Ne ho tratto un racconto corale, che celebra figure centrali della storia dell’arte e anche della letteratura - grazie al mecenatismo della dinastia Carrarese - quali Giotto, il pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa a dir poco mozza fiato, Francesco Petrarca genio della poesia che a Padova trovò il proprio porto sicuro, Giovanni Pisano, maestro della scultura e innovatore della statualistica classica, Pietro d’Abano filosofo, medico, astrologo e negromante in odore di eresia. Grazie alla collaborazione autorale con Matteo Strukul e Silvia Gorgi ho potuto imboccare affascinanti digressioni artistiche immergendole in raffinate ricostruzioni storiche. Le linee narrative avvincenti si fondono in una miscela visiva fuori dall’ordinario perc hè capace di garantire un coinvolgimento intimo ed emotivo nel medioevo trecentesco: un’autentica esperienza immersiva nella bellezza dell’Arte e della Storia padovana, veneta e italiana per me e, spero, per chi vorrà incontrare al cinema un Giotto come mai mostrato prima”.
Nessun commento:
Posta un commento