Medioevo e medievalismi. Mai nessun periodo storico ha influenzato
così tanto la cultura e la mentalità dell’uomo. Il Medioevo è presente
nel linguaggio quotidiano e nell’immaginario contemporaneo, che si pensi
a un’epoca remota di barbarie e oscurità oppure a un tempo felice di
cavalleria e cortesia. Il Medioevo è vivo, mitizzato, oggetto di
fascinazione, evasione e utopia (per esempio nei racconti fantasy e nei
giochi di ruolo), ma anche memoria inconsapevole, fissatasi in parole e
modi di dire ancora oggi di uso comune.
A questa duplice natura e visione del Medioevo, con le sue
contraddizioni e la sua ricchezza di simboli, è dedicato il
video-documentario Medioevo: paure e nostalgia, ideato e diretto da
Roberta Capelli, professoressa di Filologia e linguistica romanza
dell’Università di Trento, che sarà proiettato in anteprima nazionale,
venerdì 8 aprile 2021 alle 17:30, presso il Cinematografo comunale
Sant’Angelo di Perugia, alla presenza dell’Autrice, che dialogherà con
Attilio Bartoli Langeli (Pontificio Ateneo Antonianum − Roma) e Carlo
Pulsoni (Università di Perugia).
“Questo video-documentario – spiega Roberta Capelli – nasce come
esperimento per sondare le potenzialità comunicative di un discorso
accademico di natura specialistica e complessa (quale è la fortuna del
medioevo nei secoli post-medievali), veicolato dal medium audiovisivo e
per questo più facile da far circolare tra un pubblico più ampio
rispetto alle platee dei convegni e delle conferenze, o delle aule
universitarie. Il tema scelto è trasversale e mette a confronto
specializzazioni molto diverse tra loro, che si incontrano e dialogano,
ciascuna con il proprio linguaggio tecnico, in un campo degli studi
umanistici ancora non ben sistematizzato in Italia: il medievalismo”.
Il video-documentario, finanziato dal Centro di Alti Studi Umanistici
(CeASUm) del Dipartimento di Lettere e Filosofia di Trento, con il
contributo dell’Accademia di Studi italo-tedeschi di Merano, realizzato
dallo Studio Bold di Rovereto, nell’ambito del progetto ForMe – Fortune
del Medioevo (coordinato da Roberta Capelli), è stato girato in oltre
una ventina di luoghi del Trentino e dell’Alto Adige rappresentativi
della sopravvivenza e persistenza dell’eredità medievale nel territorio,
e vede la partecipazione di tredici docenti dell’Università di Trento,
di Bolzano e di Firenze che ricostruiscono, da prospettive diverse, uno
tra i molti percorsi di conoscenza possibili nella complessità di un
millennio di storia: dal successo delle saghe dei paesi nordici (Fulvio
Ferrari) a quello dell’epica iberica (Claudia Demattè) nella cultura di
massa; dal pensiero di sant’Agostino e san Tommaso nei suoi svolgimenti
contemporanei (Irene Zavattero) alle encicliche sociali di papa Leone
XIII (Emanuele Curzel); dalla restaurazione del canto gregoriano (Marco
Gozzi) ai restauri integrativi di edifici pubblici e religiosi tra
Otto-Novecento (Laura Cavazzini e Dario De Cristofaro);
dall’Arturianesimo vittoriano (Greta Perletti) al Nome della Rosa di
Umberto Eco (Matteo Cazzato), l’analisi della trasmissione e della
ricezione del Medioevo ne mostra la fondamentale bivalenza, e il fatto
che diventi un approdo di assoluto (Salvatore Abbruzzese), una risposta
al “disagio della modernità” (Claudio Giunta) e una promessa di fuga
nella nostalgia del passato (Ralf Lüfter).
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