«Queste storie andranno avanti per secoli, secolorum!». In arrivo a
Trieste sabato 12 e domenica 13 giugno 2021 al Teatro dei Fabbri, alle ore 19, 00
"Guarnerius, mangjâ libris e sfueâ parsuts", il nuovo spettacolo tutto da
‘gustare’ e da ridere, un viaggio ironico ambientato nel 1400 ricco di
parallelismi con i giorni nostri, del comico trio teatrale Teatro Incerto, insieme ad Angelo Floramo.
Si tratta di una importante co-produzione che vede insieme i quattro Teatri di Produzione e Ospitalità della Regione Friuli Venezia Giulia La Contrada Teatro Stabile di Trieste, Bonawentura/Teatro Miela Trieste, a.ArtistiAssociati Gorizia, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, dedicata alla fine del Patriarcato di Aquileia, tema culturale del 2020.
Concepito assieme allo studioso e storico dalla formidabile capacità narrativa Angelo Floramo, presenza speciale anche sulla scena, Guarnerius attraversa la vita di Guarnerio d’Artegna uno tra i più importanti umanisti friulani che, nel morire, lasciò alla Comunità di San Daniele del Friuli la Biblioteca Guarneriana, una tra le prime biblioteche pubbliche in Europa. Con alle spalle quasi quarant'anni di carriera, il trio inossidabile composto da Fabiano Fantini, Claudio Moretti e Elvio Scruzzi è pronto nuovamente a debuttare con questa nuova commedia, tutta da ridere.
Si tratta di una importante co-produzione che vede insieme i quattro Teatri di Produzione e Ospitalità della Regione Friuli Venezia Giulia La Contrada Teatro Stabile di Trieste, Bonawentura/Teatro Miela Trieste, a.ArtistiAssociati Gorizia, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, dedicata alla fine del Patriarcato di Aquileia, tema culturale del 2020.
Concepito assieme allo studioso e storico dalla formidabile capacità narrativa Angelo Floramo, presenza speciale anche sulla scena, Guarnerius attraversa la vita di Guarnerio d’Artegna uno tra i più importanti umanisti friulani che, nel morire, lasciò alla Comunità di San Daniele del Friuli la Biblioteca Guarneriana, una tra le prime biblioteche pubbliche in Europa. Con alle spalle quasi quarant'anni di carriera, il trio inossidabile composto da Fabiano Fantini, Claudio Moretti e Elvio Scruzzi è pronto nuovamente a debuttare con questa nuova commedia, tutta da ridere.
Per la prima volta assieme,
anche in scena, i quattro interpreti si sono immaginati uno spettacolo
che può essere paragonato a una di quelle allegorie medievali attraverso
le quali i chierici vaganti o i predicatori di strada raccontavano temi
profondi mescolando insieme sapori semplici, e forse per questo
universali, comprensibili da tutti intriso qui con una manciata di
ilarità. Le conoscenze di un esperto filologo medievale come Angelo
Floramo e la sapienza comica popolare del trio friulano si fondono
mirabilmente, fra sacro e profano, citazioni colte e trovate popolari,
in perfetto stile “Incerto”.
Guarnerius racconta nel tempo di un viaggio la vita del grande umanista friulano Guarnerio d’Artegna, il fondatore della Biblioteca civica di San Daniele. A pochi giorni dalla sua morte, nel 1466, i Signori di San Daniele incaricano due cramars, due venditori ambulanti, Firmino Fares (Fabiano Fantini), un erbolâr che commercia in cataplasmi ed unguenti e Brôs di Giovachin (Claudio Moretti), sedonâr ma non solo, insieme al calzolaio Tilio dai Sartorus (Elvio Scruzzi), di portare la triste notizia ad un grandissimo amico dell’umanista friulano, un tale Adelmo Selvaticus (Angelo Floramo), priore della Badia di San Gallo in Svizzera, fratello del più celebre Michele, ottimo amanuense guarneriano. Il testo è intriso di attualità e di parallelismi con i giorni nostri, esilaranti le varie vicissitudini dei protagonisti per raggiungere l'amico: accompagnati da un prosciutto di San Daniele, come omaggio prezioso, lo raggiungeranno dopo mascherine, lasciapassare e certificati (siamo negli anni della peste), derubati dei soldi e con l'aiuto di improbabili passeur.
Guarnerius racconta nel tempo di un viaggio la vita del grande umanista friulano Guarnerio d’Artegna, il fondatore della Biblioteca civica di San Daniele. A pochi giorni dalla sua morte, nel 1466, i Signori di San Daniele incaricano due cramars, due venditori ambulanti, Firmino Fares (Fabiano Fantini), un erbolâr che commercia in cataplasmi ed unguenti e Brôs di Giovachin (Claudio Moretti), sedonâr ma non solo, insieme al calzolaio Tilio dai Sartorus (Elvio Scruzzi), di portare la triste notizia ad un grandissimo amico dell’umanista friulano, un tale Adelmo Selvaticus (Angelo Floramo), priore della Badia di San Gallo in Svizzera, fratello del più celebre Michele, ottimo amanuense guarneriano. Il testo è intriso di attualità e di parallelismi con i giorni nostri, esilaranti le varie vicissitudini dei protagonisti per raggiungere l'amico: accompagnati da un prosciutto di San Daniele, come omaggio prezioso, lo raggiungeranno dopo mascherine, lasciapassare e certificati (siamo negli anni della peste), derubati dei soldi e con l'aiuto di improbabili passeur.
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