martedì 20 febbraio 2018

Piantate in terra come un faggio o una croce

Un po' di Lucca sul palco del Teatro Parenti di Milano. Elisabetta Salvatori, poliedrica attrice di Forte dei Marmi, domenica 25 febbraio 2018 alle ore 21,00 si esibirà nel prestigioso teatro milanese con l’originale Piantate in terra come un faggio o una croce, monologo sulla vita di Caterina da Siena e Beatrice di Pian degli Ontani.
Fin dal titolo, questo spettacolo evoca la forza e la solidità terragna di queste due donne: la prima, Santa Caterina da Siena, patrona d'Italia e d'Europa e Beatrice di Pian degli Ontani, la poetessa pastora, venerata come la dea dell'ottava rima. Due donne speciali, divise da cinquecento anni di storia e dai cento chilometri che separano Siena dalla montagna pistoiese. Il teatro e la passione di Elisabetta per le grandi figure le hanno messe accanto, riunendole in un unico spettacolo, che abbraccia medioevo e risorgimento, seguendo i fili che Caterina e Beatrice hanno in comune, a cominciare da una data, il 25 marzo: il giorno in cui nel 1347 nasceva Caterina e nel 1885 moriva Beatrice. "La seconda coincidenza – spiega l’autrice e narratrice versiliese - è una frase dai toni mistici. Erano analfabete, ma grandi comunicatrici e quando la gente, incredula, chiedeva loro dove avessero imparato quella sapienza, tutte e due rispondevano: 'dal Libro Aperto', che per Beatrice significava aver imparato dalla natura dato era il nome della montagna sopra casa sua, mentre per Caterina voleva dire aver appreso dalle braccia aperte del crocifisso. Tuttavia, le coincidenze non finiscono qui, ma proseguono nei sassi. Oggi a Siena, l'unica cosa che rimane nella cella di Caterina è il sasso dove posava la testa per dormire, mentre a Pian degli Ontani c'è una grande pietra chiamata 'Il sasso di Beatrice' in ricordo del luogo dov'era la sua casa".
"Infine - conclude Salvatori - racconterò piccole curiosità, non trovate sui libri, ma nei luoghi dove vissero. Un esempio per tutte: a Roma, nel palazzo dove è morta Caterina oggi c'è un teatro e tra la biglietteria e la sala degli spettacoli c'è proprio una cappella dedicata al trapasso di Caterina".
Poi la caparbietà di entrambe, non sapevano scrivere, ma Caterina detta e invia più di trecento lettere a sovrani e pontefici del suo tempo, senza sconti per nessuno. Mentre nella casa di Beatrice, poverissima, c’era un via vai di intellettuali incuriositi e affascinati dalla sua capacità di improvvisare poesie in rima. Personalità dure, carismatiche, battagliere e ribelli, capaci di tener testa a uomini colti e di potere.
Beatrice canta poesie, Caterina passeggia con Gesù.
Poesia e fede: la via della grazia e quella della natura che proseguono sullo stesso sentiero, verso il senso della vita.

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