venerdì 21 luglio 2017

Il Decamerone de I Teatranti

Reduce dai successi del premio nazionale di teatro popolare “il giogo” e del premio nazionale Berta di Sansepolcro, dove si è aggiudicata ben cinque premi (due per la regia, due per il miglior spettacolo e uno per il gradimento del pubblico), la compagnia grossetana, I Teatranti di Fabio Cicaloni, replica nella meravigliosa cornice medievale del Castello di Scarlino il suo Decamerone sabato 22 luglio 2017 alle 21,30.
Tratto dall’omonima opera di Giovanni Boccaccio, questo libero adattamento di Fabio Cicaloni per la regia dello stesso Cicaloni e Andrea Ferrari, racconta di una compagnia teatrale di girovaghi che si trova a Firenze nell’estate del 1630 a mettere in scena alcune novelle del Boccaccio. Il Decameronoffre loro la possibilità di riflettere sull’umanità rappresentata dall’autore, ma, al contempo, lo spunto per giocare sulle storie più piccanti, irriverenti e più spassose che la letteratura ci abbia mai regalato. Fra prove di scena, costumi improvvisati e allestimenti da teatro popolare e commedia dell’arte, i teatranti di oggi diventano i teatranti di allora, ma un colpo di scena rovinerà l’audace impresa.
Il Decamerone è la rappresentazione di tutta l’umanità con le sue astuzie, penose nefandezze e umane debolezze, un contenitore di canovacci strutturati per una compagnia da commedia dell’arte, ma anche una delle opere più vere e autentiche di tutta la nostra letteratura, in quanto carnale e brutale nel suo raccontare l’essere umano. E’ un’opera che ci ricorda di essere vivi e che ci invita a vivere in un momento storico come il nostro in cui tutto è difficile e duro, ma lo vuol fare anche muovendoci a ridere, e non certo per leggera frivolezza, quanto più per consapevole e studiata ironia che si fa vitale. Finché racconteremo storie e finché saremo lì ad ascoltarle come l’onesta brigata del Decamerone, allora saremo certi che ancora viviamo e che esiste sempre un motivo per guardare avanti e vivere fino in fondo la nostra esistenza. Un inno alla vita, dunque, quello che Boccaccio ci alita ancora a distanza di quasi sette secoli, per ricordarci che sta a noi chiuder fuori l’appestato mondo dei corrotti di carne e di spirito per ricreare un universo puro, fatto di semplicità bella e vera.
Ingresso libero.

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