Visivamente parlando, soprattutto se non
siete di primo pelo, l'immagine che avete del più famoso cavaliere
medievale di Spagna, El Cid Campeador (1040 circa - 1099), è
indissolubilmente legata al film con Charlton Heston degli anni
Sessanta.
Ecco, ora arriva una serie made in Spain
che rinfresca decisamente quell'immagine. Si intitola El Cid e sarà
disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 18 dicembre 2020. Ovviamente
alla base della narrazione, così come per il film del 1961 c'è il Cantar
de Mio Cid, poema di 3753 versi che ha cristallizzato la leggenda di
questo paladino che ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione del
mito della Reconquista spagnola.
La serie rielabora la tradizione poetica e la storia del Cid,
interpretato da Jaime Llorente (il Denver de La casa di carta), senza
prendersi troppe libertà. Semmai procede per riempimento dei vuoti
lasciati dalle fonti. Parte infatti ricostruendo bene il contesto in cui
muove i suoi primi passi Rodrigo Díaz de Vivar, il giovane nobile che
diventerà El Cid. La Spagna dell'XI secolo era travagliata da continue
lotte. Si trattava solo in parte di scontri connotabili come guerre di
religione tra i regni cristiani e i potentati mussulmani. Spesso motivi
di politica contingente potevano scombinare le alleanze e far sì che
mori e cristiani combattessero alleati contro altri mori o altri
cristiani. Il giovane Rodrigo arriva così, dopo la morte del padre, alla
corte de Regno di Leon dove governa Ferdinando I di Castiglia che ha
sposato Sancha I. Sancha è la regina de jure, ma di fatto governa
Ferdinando... Sancha vorrebbe riprendersi il trono ma senza fare del
male a Ferdinando, che è il padre dei suoi figli e tutto sommato un
monarca accorto. Molti nobili del Leon vorrebbero andare per le spicce
invece. Ramiro, il fratello di Ferdinando, signore dell'Aragona invece
trama per rompere le lucrose alleanze di Ferdinando con i musulmani che
gli pagano ricchi tributi...
In questo complesso gioco di corte il
futuro Cid, descritto come da tradizione come pieno d'orgoglio
cavalleresco e rispetto del dovere, dovrà provarle tutte per mantenersi
fedele al re e alla giustizia. Ci riuscirà ma dovendo comunque
districarsi in un mondo complesso. Il risultato è una serie che, anche
grazie ad un numero enorme di comparse, fornisce una ricostruzione molto
aderente della Spagna dell'XI secolo. Il tutto però ha un prezzo, anche
se le scene d'azione non mancano, si tratta di una fiction molto
parlata e da guardare con attenzione.
Siamo lontani dal modello
«Medioevo con massacro» stile Vikings per intenderci. Quindi soprattutto
la prima puntata decolla piano e da largo spazio a interni, dettagli,
caratterizzazione dei personaggi. Detto questo, e al netto di qualche
stereotipo cavalleresco di troppo - ma non si può nemmeno pretendere che
gli spagnoli buttassero giù dal piedistallo un eroe nazionale e perché
poi... - il prodotto è più equilibrato di tanti altri e rende l'idea del
Medioevo per quel che era, un periodo sofisticato e sfaccettato molto
più di quanto comunemente si creda.
Fa anche venire voglia allo
spettatore di ristudiarsi un po' di storia. Ottima anche la colonna
sonora del compositore Premio Oscar Gustavo Santaolalla (Brokeback
Mountain, Babel). Più oscillante la fotografia. Si passa da scene con la
luce perfetta a momenti da serie spagnola di bassa qualità di qualche
anno fa. Peccato.
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